Marche

Ex A. Merloni, Regioni chiamano Renzi

Corte Appello, azienda 'svenduta' sulla base di una perizia errata

Redazione Ansa

I presidenti di Marche e Umbria Gian Mario Spacca e Catiuscia Marini chiedono un incontro ''urgente'' al premier Renzi sull'annullamento della vendita della ex A. Merloni alla J. & P. Industries, confermato in appello. I due governatori esprimono ''forte preoccupazione per lo scenario di incertezza che si apre a seguito della sentenza'' sia riguardo ai 700 posti di lavoro degli assunti in J & P sia per il rilancio industriale dell'area appenninica.
   

La ex Antonio Merloni è stata ''svenduta'' per un vizio di fondo della perizia utilizzata dai commissari straordinari. E' quanto afferma la sentenza della Corte d'Appello di Ancona, che ha respinto il reclamo del Mise, della J. & P. e dei sindacati. La perizia ha ''sopravvalutato'' la redditività negativa degli asset Merloni di Marche e Umbria (calcolandola in quattro anni invece che due), fissando un prezzo di cessione di cinque volte inferiore al valore reale dei beni aziendali: 12 mln di euro contro 54 milioni. Un contesto nel quale, osservano i giudici di secondo grado, non ha alcuna rilevanza la nuova legge sulla non inderogabilità del prezzo minimo per la vendita delle aziende in amministrazione straordinaria, approvata nel febbraio scorso proprio sulla scorta del 'caso' ex Merloni. 

Mentre i commissari straordinari, Fiom, Fim e Uilm e la stessa J. & P. preparano il ricorso in Cassazione, Cgil, Cisl e Uil delle Marche chiedono anche loro un intervento urgente del presidente del Consiglio. In ballo, ricordano le istituzioni locali, oltre ai 700 posti di lavoro a rischio ci sono anche gli assegni di Cig per gli operai non riassorbiti. Per loro, gli ammortizzatori sociali scadono a maggio.

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