Marche

Banca Marche, Fdi, vincolo su acquisto

Chi compra fa grosso affare, se la tenga almeno 10-15 anni

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 17 APR - "Chi comprerà Banca Marche farà un grosso affare, dunque si assuma l'onere di tenersela per almeno 15-20 anni: non va presa a due lire e poi rivenduta fra 2-3 anni quando sarà 'in bonis'. Non vogliamo che la banca del territorio faccia la fine della Banca Popolare di Ancona". E' la posizione del gruppo consiliare in Regione di Fratelli d'Italia-An, secondo cui bisogna pretendere, in questo senso, una clausola di salvaguardia da parte di Bankitalia. I consiglieri Giovanni Zinni e Giulio Natali, e il portavoce Carlo Ciccioli hanno inoltre auspicato che la governance "resti marchigiana".
Fdi-An ha presentato sulla vicenda un'interrogazione "per una primavera di chiarezza su Banca Marche". Le indagini giudiziarie "parrebbero palesare - hanno evidenziato consiglieri e portavoce - anni di superficialità e di malgoverno della banca, con un danno di immagine che ha fatto crollare le azioni. Vorremmo chiarezza dei rapporti fra la governance e quella cattiva politica che ha beneficiato di Banca Marche per consolidare il proprio potere a scapito della comunità ma non solo". "Le azioni intraprese da Bankitalia - hanno insistito - hanno ulteriormente impoverito Banca Marche con l'aumento degli accantonamenti a copertura dei crediti incagliati e in sofferenza che hanno, di fatto, raddoppiato le perdite. La media degli accantonamenti dei crediti per tutte le banche italiane è stata all'incirca dell'0,50% mentre per Banca Marche si è arrivati allo 0,97%. In questo modo è chiaro che Bankitalia incentiva una vendita 'facile' e poco onerosa di Banca Marche. Per mantenere la banca del territorio e per il territorio è determinante sapere chi prenderà in mano la proprietà e pretendere una clausola di salvaguardia da parte di Bankitalia che imponga a chi avrà la maggioranza della banca di tenersela almeno 10 o 15 anni. Se Spacca non appoggerà questa nostra tesi politica non daremo nessun appoggio alle azioni della Regione". Per Ciccioli, poi, "vanno messi in sicurezza con il sequestro conservativo tutti i capitali sospetti acquisiti con operazioni illecite. Inoltre i commissari e la direzione centrale di Banca Marche devono considerare che le misure di rigoroso controllo delle esposizioni non possono portare al puro rientro burocratico dei conti, ma devono essere valutati, caso per caso, l'attività dell'azienda, il suo fatturato, la capacità produttiva ed imprenditoriale, senza togliere la liquidità che sta facendo fallire a cascata le nostre piccole medie imprese. Più che cordate virtuose - ha concluso - è opportuno chiedere che lo Stato per Banca Marche, così come per gli altri istituti in crisi, provveda a un intervento di immissione di liquidità attraverso Poste Italiane o Cassa Depositi e Prestiti acquisendo il cospicuo patrimonio dei fallimenti e delle garanzie delle sofferenze bancarie". (ANSA)
   

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