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Alla Scala è in scena la Tempesta perfetta, in stile steel punk

Spettacolo totale, la regia esalta la musica di Adés

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 06 NOV - Una tempesta perfetta, in cui la musica 'racconta' gli stati d'animo dei protagonisti della storia e accompagna gli eventi, con una varietà di accenti, tempi e sfumature, in sintonia perfetta con il libretto e con un allestimento steel punk che contribuisce a creare un mondo magico: The Tempest di Thomas Adés è arrivato per la prima volta alla Scala di Milano, cioè nella sua casa naturale. La vicenda narrata nell'opera di Shakespeare, rivista nel libretto di Meredith Oakes, è infatti quella di Prospero, duca di Milano abbandonato su una barca insieme alla figlia Miranda, dal fratello Antonio con la complicità del re di Napoli. E il regista Ropert Lepage (che ha pensato per il Met di New York nel 2012 l'allestimento qui ripreso da Gregory Fortner) ha deciso di ambientarlo, almeno in parte, alla Scala con i suoi palchi, e le sue sedie rosse, arricchendolo però di tatuaggi, acrobati, macchine volanti, candelabri scintillanti che diventano trapezi.
    Sul podio lo stesso compositore ha guidato l'orchestra scaligera attraverso una partitura piena di ostacoli e insidie. Anzi di acrobazie, come quelle compiute in scena da Ariel (una straordinaria Audrey Luna), lo spirito dell'aria che canta sospesa a metri d'altezza su travi, o imbracata in una struttura che ricorda un ragno, canta frasi che, nella loro acutezza e arditezza, diventano anche suoni onomatopeici. Con lei, in scena il suo padrone, Prospero (Leigh Melrose), diventato grazie alla magia padrone di un'isola in cui fa naufragare la nave che trasporta il fratello Antonio (Robert Murrey), il re di Napoli (Toby Spence) e Gonzalo (Sorin Coliban). Durante la tempesta si separa da loro il principe Ferdinand (Josh Lovell) che sull'isola incontra Miranda (Isabel Leonard). Fra Ferdinand e Miranda, che Calibano (Frédéric Antoun), figlio della strega che prima possedeva l'isola vorrebbe invece per sé, nasce l'amore. Una forza, ammette Prospero, su di cui lui non ha potere. Ed è ciò che lo fa rinunciare alla vendetta e porta al perdono. A questo punto a Prospero non servono più i poteri magici, Ariel è lasciato libero e sull'isola resta Caliban. Solo. (ANSA).
   

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