Lombardia

Alla Cattolica si apprende con Metaverso e assistente virtuale

In classe con i visori per fare esperienze immersive

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 13 MAR - La realtà aumentata e il Metaverso come strumento di didattica sono già una realtà e lo dimostra il progetto dell'Universitá Cattolica di Milano, Metaversity. In classe non si va solo con pc o libri ma si indossa un visore per la realtà aumentata. Il progetto è una iniziativa di Teaching and learning Lab. Per imparare gli studenti hanno a disposizione anche un assistente virtuale in 3D, Alec (l'Augmented learning companion), che ha le sembianze di Einstein e da cui possono imparare.
    "Durante il primo anno abbiamo realizzato workshop esperienziali che hanno coinvolto i docenti, oltre 80 di diverse facoltà, che hanno provato l'esperienza e sviluppato la conoscenza, limiti e vantaggi di questa tecnologia - ha spiegato Andrea Gaggioli coordinatore del progetto -. La fase successiva sarà coprogettare con i docenti dei laboratori immersivi da integrare nella loro didattica, che si chiamano Metalabs".
    La didattica di Metaversity parte quando gli studenti e il docente si mettono il visore ed entrano in un mondo virtuale, dove trovano contenuti rilevanti per il corso, ad esempio gli studenti di psicologia fanno esperienza di realtà virtuale di come questa tecnologia può aiutare la gestione dello stress. Ci sono due laboratori immersivi attivati, oltre a quello per gli psicologi, quello di linguaggi dei media dove l'obiettivo é proprio insegnare cosa è il metaverso. I vantaggi principali "sono che il metaverso dà la possibilità di fare esperienze che in aula difficilmente si possono fare", ha proseguito.
    Uno dei limiti emersi é che "ci sono pochi contenuti per la formazione e stiamo lavorando per trovare soluzioni per realizzarne di personalizzati per il corso e il docente - ha concluso -. Abbiamo immaginato una nuova figura: quella dell'immersive learning designer che dovrebbe fare da interfaccia nell'esperienza di studenti e docenti e accompagnare il docente nella progettazione e l'erogazione dell'esperienza d'aula, che può essere anche in forma di avatar".
    La didattica in presenza "per noi rimane fondamentale - ha concluso Giovanni Marseguerra pro rettore al Coordinamento dell'offerta formativa - ma bisogna inventare nuove modalità con al centro i bisogni dello studente". (ANSA).
   

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