Lombardia

Tornano gli affari ma imprenditori devono ancora attenzione

Popolare Sondrio, verifiche preventive su partner e prodotti

Un particolare dell'Iran Country Presentation alla Fiera di Roma

Redazione Ansa

Per chi vuole trovare nuovi clienti e partner in Iran, dove nel gennaio scorso l''implementation day' dell'accordo sul nucleare ha spianato la strada ad un ritorno a pieno regime del business internazionale, è comunque sempre necessario un attento lavoro di verifica sulla natura, le connessioni e la dirigenza delle società iraniane. E' quanto sottolineano alla Banca Popolare di Sondrio, uno degli ancora pochi istituti bancari italiani che operano a sostegno delle imprese interessate ad operare nel promettente mercato iraniano.
E' infatti necessario escludere la possibilità, proseguono, che si tratti di transazioni che coinvolgano prodotti ancora non autorizzati o soggetti sanzionati dalla Ue o dall'Ofac, Office of Foreign Assets Control del dipartimento del Tesoro Usa, che si occupa di 'intelligence' anti-terroristica e finanziaria.
Una verifica che è in parte a cura della banca, che "ha codificato processi e applicazioni estremamente sofisticate - sottolineano alla Popolare di Sondrio - in grado di individuare e bloccare operazioni eventualmente non conformi". Ma anche del cliente, aggiungono, che in questo processo può a sua volta avvalersi di consulenti e studi specializzati.
 La Popolare di Sondrio - presente con un proprio stand all'Iran Country Presentation svoltasi nei giorni scorsi alla Fiera di Roma - già negli anni scorsi ha sostenuto un certo numero di imprenditori per la riscossione di alcuni pagamenti, operando a stretto contatto con il Comitato per la sicurezza finanziaria del dipartimento del Tesoro che vigilava sulla regolarità delle transazioni alla luce delle sanzioni in vigore.
"Per noi è importante supportare le attività commerciali tra i due Paesi - dicono le fonti interne all'istituto - e sono soprattutto le piccole e medie aziende dei territori di elezione a rivolgersi ai nostri sportelli per fare e ricevere pagamenti con controparti iraniane". Ma se non vengono compiute adeguate verifiche, aggiungono, il rischio in cui si incorre sarebbe infatti sia 'reputazionale' che commerciale: operazioni non conformi potrebbero infatti comportare sanzioni di vario tipo in carico all'azienda.
Quanto al problema del circuito Swift, quello che permette le transazioni finanziarie internazionali e che era stato sospeso nel periodo delle sanzioni, "dalle informazioni in nostro possesso, ci risulta che quasi tutti gli istituti iraniani siano collegati - ad eccezione di quelli, tre per la precisione, che rimangono sanzionati - e noi lavoriamo con quelli principali". Una scelta di 'policy', quella di lavorare ora con il sistema bancario iraniano, condivisa da alcune altre banche italiane ma non da altre, che privilegiano i loro interessi negli Usa, dove persistono altre sanzioni contro l'Iran, o che negli States hanno sede o partecipazioni. La recente elezione di Donald Trump a presidente Usa, come l'attesa delle presidenziali in Iran del maggio prossimo - quando scadrà il primo quadriennio del conservatore moderato Hassan Rohani - contribuiscono al permanere del clima di incertezza che ancora si registra sul piano politico sul futuro dei rapporti tra l'Iran e l'Europa nei prossimi mesi. 
   

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