Lombardia

'Mai più morti sul lavoro', presidi Cgil e Uil in Lombardia

Appuntamento davanti alle prefetture e all'Esselunga di Como

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 21 FEB - Undici presidi in Lombardia nel corso dello sciopero nazionale di due ore indetto da Cgil e Uil con lo slogan 'Mai più morti sul lavoro'. E' il programma delle manifestazioni previste per oggi in tutti i capoluoghi della regione con appuntamenti nel pomeriggio davanti alle prefetture, come a Milano, Bergamo, Cremona, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese, ma non solo. A Brescia e Valle Camonica sono previste infatti iniziative in fabbrica e un presidio presso il cantiere del parcheggio della metro Villaggio Prealpino. A Como il presidio è davanti al supermercato Esselunga Ca' Merlata, a Mantova in piazza Martiri di Belfiore, a Monza davanti alla sede di Assimpredil-Ance in via Passerini 13.
    Centoquarantacinque morti sul lavoro dall'inizio dell'anno - spiegano Cgil e Uil - rappresentano la tragica condizione del lavoro nel nostro bel paese e sono 1.485 nel 2023, se si contassero tutti i lavoratori deceduti anche nel tragitto casa-lavoro e nel mondo del lavoro nero, secondo i dati dell'Osservatorio di Bologna e quindi la strage di Firenze non è un caso isolato".
    "Di bianco - afferma Giulio Fossati, segretario della Cgil della Lombardia - in queste morti non c'è nulla, forse l'unica cosa bianca che c'è è la pagina di un documento di valutazione dei rischi che non è stata correttamente riempita o forse non messa nelle disponibilità di chi di dovere". "L'imprevisto - sottolinea - non può esistere, la prevenzione deve anticipare tutti i rischi, evitando malattie, infortuni e morti". Un compito che, secondo il sindacalista "spetta all'impresa". "La prevenzione - spiega Fossati - è in grado di determinare se chi lavora può rientrare a casa la sera o meno, ma è mancato questo impegno, e le imprese devono assumersi la loro responsabilità".
    "Solo un lavoro con diritti garantiti offre possibilità a chi lavora di rivendicare sicurezza - chiarisce - ma 8 contratti su 10 sono di carattere precario". "Queste condizioni - conclude - mettono a rischio, perché l'esperienza è un fattore determinante negli infortuni, ma investire sull'occupazione di qualità è un fattore che riduce i profitti". (ANSA).
   

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