Lombardia

A Milano posate 14 nuove Pietre di inciampo

Seconda posa a marzo per 80 anni degli scioperi del '44

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 25 GEN - La città di Milano da oggi ha sulle sue strade 14 nuove pietre di inciampo, posate in ricordo di altrettanti uomini e donne vittime del nazifascismo. Le nuove pietre, posate nell'ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria che si terrà sabato, si aggiungono a quelle già disseminate in città come a creare un mosaico della memoria cittadina. In tutto sono 26 le pietre che verranno posate quest'anno, 13 dedicate a deportati politici e 13 dedicate a deportati razziali. Le pose proseguiranno il 7 marzo, nei giorni in cui ricorre l'ottantesimo anniversario degli scioperi del marzo 1944. Con quelle posate a marzo, saranno 197 le Pietre di Milano.
    "Posare una Pietra d'inciampo significa far tornare a casa una persona deportata nei campi di sterminio dall'abominio nazifascista - commenta la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi presente alla posa delle pietre -. Per il Comune di Milano è molto importante riportare all'attenzione della città la memoria di queste persone e le loro storie familiari.
    Queste Pietre sono un antidoto contro l'indifferenza".
    Tra i nomi ricordati quest'anno sulle Pietre ci sono quelli, ad esempio, di Mario de Benedetti e Theresia Herz, marito e moglie, a ricordare un nucleo familiare distrutto. Pneumologo allontanato da tutti i suoi incarichi, Mario de Benedetti decise di tentare nel novembre del 1943 la fuga in Svizzera con sua madre, sua sorella, sua moglie e il figlio di 8 anni. Fermati al confine i coniugi vengono arrestati mentre si concesse al bambino con la zia e la nonna di tornare indietro. Mario e Theresia vennero incarcerati a Tirano e poi a San Vittore, infine deportati ad Auschwitz dove Theresia morì di stenti nel luglio del 1944 mentre Mario morì qualche mese più tardi nel corso delle marce della morte.
Altro nome è quello di Giorgio Balboni catturato dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943 sul fronte jugoslavo, viene deportato in Germania. (ANSA).
   

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