Lombardia

Protocollo Corte Appello Milano-Odg, salva sala stampa Tribunale

Fondazione Fiera garantisce i lavori di ristrutturazione

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 12 DIC - Con la firma del protocollo tra il Presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, e il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Riccardo Sorrentino, la storica sala stampa all'interno del Palazzo di Giustizia è definitivamente salva, così come è salvo "il diritto all'informazione dei cittadini" sui "fatti di cronaca che trovano epilogo" nelle aule giudiziarie.
    Il documento, sottoscritto oggi, consente ai giornalisti, "presenza assidua e costante nel tempo" , di non dovere lasciare la stanza N°491 dedicata ad Annibale Carenzo, firma dell'ANSA e simbolo della cronaca giudiziaria milanese. E questo grazie all'intervento dello stesso presidente Ondei e all'impegno della Fondazione Fiera di Milano con il suo presidente Enrico Pazzali che "ha manifestato la diponibilità ed effettuare piccole opere di manutenzione" ordinaria dei locali che, scaduta la concessione rilasciata dal Demanio, sono stati riconsegnati dall'Associazione Lombarda dei Giornalisti, alla Corte d'Appello.
    "Con la firma di oggi - ha spiegato il Presidente Ondei - gli uffici giudiziari di Milano confermano la presenza all'interno degli stessi di una sala stampa per dare possibilità a tutti i giornalisti di poter svolgere al meglio il proprio lavoro con tempestività e in condizioni dignitose. Sarà una sala stampa attrezzata con arredi nuovi, un cablaggio per linee veloci e tecnologicamente avanzata".
    Sorrentino ha invece tenuto a sottolineare che "l'Ordine dei Giornalisti apprezza la sensibilità mostrata dalla Corte d'appello verso l'informazione, elemento importante del nostro sistema costituzionale, e conferma l'importanza che la cronaca giudiziaria ricopre per tutto il mondo giornalistico. E' un settore che assume sempre più un valore paradigmatico per la delicatezza delle informazioni e per le competenze che richiede e impone al giornalista, chiamato sempre più a svolgere un ruolo di traduttore culturale. Non era scontato". (ANSA).
   

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