(ANSA) - MILANO, 09 MAG - Gli atti intimidatori nei confronti
dei professionisti dell'informazione nel primo trimestre di
quest'anno sono stati 28, con un decremento del 36% rispetto
all'analogo periodo del 2022, quando ne erano stati registrati
44. La matrice degli atti intimidatori è in gran parte
riconducibile a contesti socio-politici locali. Nel 2022
rispetto al 2021 si era registrato un decremento del 52% di
questi episodi.
Sono i i dati analizzati oggi a Milano in prefettura nella
riunione dell'Organismo permanente di supporto al "Centro di
coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio
permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori
nei confronti dei giornalisti", composto da rappresentanti di
Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Consiglio
nazionale dell'Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale
della Stampa italiana.
La riunione è stata co-presieduta, in presenza, dal prefetto
di Milano, Renato Saccone, e dal vice direttore generale della
Pubblica Sicurezza - direttore centrale della Polizia criminale,
prefetto Vittorio Rizzi e ha visto la partecipazione delle
Autorità Provinciali di Pubblica Sicurezza della regione
Lombardia e di professionisti dell'informazione.
Nel corso dell'incontro sono intervenuti, fra gli altri, i
giornalisti Paolo Berizzi e Nello Scavo, che hanno avuto
occasione di presentare le proprie esperienze di operatori
dell'informazione oggetto di minacce per il lavoro svolto.
(ANSA).
Minacce ai cronisti in calo, ma non l'attenzione delle autorità
Riunione in prefettura a Milano sul fenomeno nel 2023