Lombardia

A Milano corteo contro politiche del governo sui migranti

In centinaia alla partenza della manifestazione indetta da Ong

Redazione Ansa

Alcune centinaia di manifestanti si sono riunite intorno alle 14.30 in piazza Oberdan a Milano per manifestare contro le politiche del governo sui migranti. La protesta è stata indetta nei giorni scorsi dalle Ong Mediterranea saving humans, Medici senza frontiere, ResQ, Emergency volontari Milano, Iuventa Crew, Sea Watch, Open Arms.
    Tra le bandiere e gli striscioni alzati sulla piazza, anche Cgil Milano, Sentinelli, Unione Popolare e Anpi.
    "Sentivamo il bisogno, come Ong impegnate in mare, di manifestare in piazza il dissenso verso le politiche che ha questo governo nei confronti delle operazioni di salvataggio delle Ong". Così ha detto il volontario di Emergency, Massimo Malari, spiegando che "il governo sta attuando una politica per cui svuota il Mediterraneo delle navi che fanno salvataggio con l'effetto di aumentare i disagi dei naufraghi, di aumentare le spese di gestione delle navi e soprattutto impedendo allontanando gli occhi che possono testimoniare cosa sta avvenendo". Tra i cartelloni esposti dai manifestanti, anche la scritta "la generazione meticcia e queer in lotta per il futuro" e uno contro il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri: "Partire non è un po' morire, ma la speranza di sopravvivere. Feltri dimettiti".
   Il corteo è terminato in piazza Duca D'Aosta, così come annunciato. Un migliaio di manifestanti ha sfilato per le strade della zona fino alla piazza davanti alla stazione Centrale, dove è stato esposto lo striscione che apriva il corteo con scritto 'Verità e giustizia per il naufragio di Crotone. Basta morte nel Mediterraneo'. Alla manifestazione ha preso parte anche Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, che ha spiegato quale fosse lo scopo dell'iniziativa indetta da 7 Ong tra cui Emergency e Resq. "Basta morti in mare e aprire i canali d'accesso sicuri e legali - ha sottolineato -, perché è indecente che il nostro Mar Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero a cielo aperto del mondo". Secondo l'attivista, una conseguenza "del fallimento delle politiche europee".
   

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