Lombardia

Bimba morta di stenti: la mamma di Diana dal gip

Abbandonò la figlia in casa sola per 6 giorni

Redazione Ansa

 Si è presentata in Tribunale a Milano Alessia Pifferi, la 37enne arrestata il 21 luglio con l'accusa di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni. La donna, assistita dagli avvocati Luca D'Auria e Solange Marchignoli, ha chiesto di partecipare all'udienza fissata dal gip Fabrizio Filice per conferire l'incarico ai periti per gli accertamenti, con la formula dell'incidente probatorio sul biberon e altri oggetti trovati accanto al corpo della figlioletta.

 

Bimba morta di stenti, i legali di Alessia Pifferi: 'E' spaventata e chiede di Diana'


    La 37enne, tailleur gessato nero, scortata dagli agenti di polizia penitenziaria, è entrata nella stanza del gip senza dire nulla. "La signora è molto spaventata perchè per la prima volta esce dal carcere dove è in isolamento e vive 'ovattata'". Lo ha affermato l'avvocato Solange Marchignoli, parlando di Alessia Pifferi, la 37enne che difende assieme al collega Luca D'Auria e che è in cella dallo scorso 21 luglio con l'accusa di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni. La donna che stamane, su richiesta dei suoi legali, ha partecipato all'udienza fissata dal gip Fabrizio Filice per conferire l'incarico ai periti per gli accertamenti, con la formula dell'incidente probatorio sul biberon, una bottiglietta d'acqua e una boccetta di 'En' trovati in casa vicino al corpo della bimba, "ha momenti di sconforto, - ha riferito il legale -: quando legge le notizie dai giornali e trova qualche parola chiave che la mette in difficoltà scoppia in lacrime. Il modo in cui parla non è di una mamma che ha perso l'interesse. Chiede di Diana e parla di lei come un dono di Dio". "L'unica cosa di cui si rende conto - ha aggiunto D'Auria - è che non l'abbraccerà mai più". I due difensori stamane hanno rinnovato al giudice la loro richiesta, già respinta ad agosto, per far entrare in carcere uno dei docenti incaricati dalla stessa difesa di redigere una consulenza neuroscientifica e psichiatrica sulla 37enne. "L'ingresso dei nostri consulenti - ha sottolineato D'Auria - deve solo fotografare il suo stato mentale. A noi interessa sapere cosa è successo nella testa di questa donna, e non accertare la sua capacità di intendere e volere" e nemmeno c'è l'intenzione "come ha interpretato la Procura" che si è opposta all'istanza, "di farla curare". Il giudice Filice, che ha rinviato l'udienza per il conferimento dell'incarico il prossimo 14 ottobre, deciderà sulla richiesta della difesa nelle prossime ore.

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