Lombardia

Covid, medici base ad Ats Milano: 'Vogliamo curare i pazienti'

'Noi lasciati soli, sistema informatico Lombardia è inadeguato'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 21 GEN - "Vogliamo tornare a fare i medici clinici, a fare prevenzione, a curare i pazienti! Sono le ragioni per cui, pochi o tanti anni fa, abbiamo scelto la nostra professione". Lo scrivono 170 medici di base non sindacalizzati in una lettera indirizzata al direttore dell'Ats di Milano Walter Bergamaschi.
    "In questa quarta ondata di pandemia - si legge - ci siamo trovati a lavorare più di 10 ore al giorno in ambulatorio, davanti a portali quasi sempre mal funzionanti, esasperati da impossibili prenotazioni di tamponi e sfiniti dall'inserimento di migliaia dati di contagiati e contatti, non ci siamo risparmiati nel rispondere a centinaia di telefonate di pazienti spaventati, disorientati su regole confuse di quarantena ed altrettanto esasperati da green pass disattivati".
    I medici lamentano che "l'accentramento sul medico di medicina generale di tutte le pratiche amministrative è sempre più imponente e vincolato da autenticazioni che rendono i nostri compiti non delegabili ai collaboratori". E sottolineano di "essere stati lasciati da soli, non solo in queste ultime settimane. Invece ciò che nella pandemia ci ha spesso permesso di restare aggiornati ed efficienti sono stati i mille contatti tra di noi, le informazioni e i documenti che tempestivamente ci siamo trasmessi nelle chat e via mail, dove le nostre domande trovano risposte immediate che da Ats arrivano immancabilmente con tempi inaccettabili. Ed è altrettanto inaccettabile il fatto che spesso - assai prima che da chi ci dovrebbe informare - veniamo a conoscenza di novità rilevanti dalla stampa o dagli assistiti".
    Infine concludono: "Tutto questo è il risultato di un disinteresse di Regione Lombardia e di Ats nei confronti di tutta la Medicina Generale". 

     La replica dell'Ats: 'E' il momento di lavorare insieme'

 

    "L'Ats Città Metropolitana di Milano ha appreso solo tramite un lancio dell'agenzia ANSA di una lettera che sarebbe stata inviata da 170 medici al direttore generale Walter Bergamaschi. Alla Direzione Generale, infatti, non è arrivata alcuna missiva, pertanto ci riserviamo di rispondere quando riceveremo il documento". Lo si legge in una nota diffusa nel pomeriggio da Ats Milano.
    "Ats - prosegue il comunicato - comunque riconosce la situazione di forte pressione che la pandemia ha provocato anche nei confronti dei Medici di medicina generale (MMG). Il rapporto di lavoro del medico e del pediatra di famiglia è regolato da un Accordo Collettivo Nazionale che dispone anche gli adempimenti burocratici che vengono lamentati. In Lombardia però, è bene sottolinearlo, a differenza di altre regioni, i medici non sono tenuti a rilasciare la certificazione di guarigione utile per l'attivazione o riattivazione del Green Pass".
    "Non è questo il momento di alimentare contrapposizioni, ma di lavorare insieme - conclude la nota di Ats - per cogliere le opportunità che la nuova Riforma e il Pnrr mettono a disposizione per rilanciare l'assistenza territoriale e il ruolo clinico del MMg". (ANSA).

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