Lombardia

Al teatro Strehler 'Everywoman' di Milo Rau

Spettacolo cerca di dare un senso alla morte come comunità

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 06 OTT - Cosa resta al termine delle nostre vite? E' ciò che si chiede 'Everywoman', il nuovo spettacolo di Milo Rau, nato da una ricerca condotta insieme all'attrice Ursina Lardi, in scena dal 14 al 16 ottobre al Teatro Strehler, in prima italiana assoluta. Un'attrice di successo (in scena, Ursina Lardi) incontra una donna (in video, Helga Bedau) cui è stata diagnosticata una malattia incurabile e che coltiva, come ultimo desiderio prima di morire, quello di recitare, un'ultima volta, in un testo teatrale.
    In uno dei dieci punti del suo Genter Manifest - il manifesto di poetica e pratica teatrale che ha messo a punto - Milo Rau sottolinea come sia indispensabile che insieme agli attori "professionisti", sul palco, ci sia almeno un "non professionista". Il testo dei suoi spettacoli nasce sempre, inoltre, da conversazioni reali, dalla vita. Nel caso di Everywoman, la vita è quella della stessa Helga Bedau. "Sono felice di aver avuto modo e di essermi concesso il tempo - racconta Milo Rau - per intraprendere questo lungo percorso di ricerca, senza pregiudizi o verità assolute e predefinite da perseguire, ma avendo come unica compagna di viaggio la mia ignoranza. Per me Everywoman è una redenzione.
    Sono una persona laica. Non credo nella metafisica, bensì nella solidarietà e nell'umanità. Sono interessato a capire cosa possiamo fare insieme, come comunità, durante la vita, per dare un senso alla morte o, quantomeno, perché essa possa diventare accettabile". "Rispetto alla morte - dice Lardi - abbiamo diverse posizioni, che emergono chiaramente ma che nello spettacolo cerchiamo di combinare. Più ci si avvicina alla morte, più si avverte la necessità di una consolazione e la mancanza di fede si fa dolorosa. Quando la vita costringe a confrontarsi con la possibilità della morte, si acquisisce consapevolezza della mortalità. Con questo spettacolo Milo Rau si avventura in uno spazio inesplorato e vuoto: siamo tutti coscienti della nostra mortalità ma, individualmente e collettivamente - conclude - rimuoviamo tale consapevolezza".
    (ANSA).
 

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