La presentazione del rapporto di Bankitalia sull'economia della Lombardia
La pandemia ha provocato ferite profonde in Lombardia con le condizioni economiche delle imprese peggiorate ed un forte calo dell'occupazione e del reddito delle famiglie. La fotografia dei danni provocati dal covid è stata scattata dalla Banca d'Italia nell'annuale rapporto sull'economia lombarda.
Per avere la dimensione dei danni provocati dalla crisi economica il primo dato è quello relativo al prodotto interno lordo. L'anno scorso in Lombardia il Pil regionale ha subito una contrazione del 9,4%, in misura leggermente più intensa rispetto alla media nazionale. Gli indicatori mostrano come la gran parte del calo è avvenuto nel secondo trimestre dell'anno a causa degli effetti recessivi della pandemia e delle misure adottate per contrastarne la diffusione del virus. Dopo il recupero segnato nel terzo trimestre, l'attività economica è tornata a flettere in seguito alla nuova ondata di contagi ed è rimasta debole anche nel primo trimestre del 2021.
L'anno scorso la locomotiva d'Italia, come viene definita la Lombardia per la sua capacità di trainare l'economia italiana, ha dovuto fare i conti con il forte calo della produzione industriale (-10%). Il calo è stato più intenso tra le imprese di dimensioni più ridotte e nei comparti legati alla moda e nella siderurgia. In questo quadro, secondo quanto emerge dal rapporto di Bankitalia, i prestiti bancari sono aumentati del 7,3 nel 2020. L'aumento è proseguita anche nel 2021 (4,3 per cento a marzo sui dodici mesi).
La crisi economica ha avuto un significativo impatto sul mercato del lavoro e sulle famiglie. Il calo dell'occupazione è stato dell'1,7 per cento (-2,0 in Italia), pari a circa 77.000 occupati in meno rispetto al 2019. Le famiglie lombarde, invece, si sono trovare a dover fare i conti con una riduzione del reddito del 2,9 per cento. Questo ha portato ad una contrazione dei consumi (-12,4%) ed a incrementare i risparmi. I depositi hanno continuato a crescere in maniera sostenuta per tutto il 2020 e nei primi mesi dell'anno in corso (6,2 per cento a marzo).