Lombardia

'Humanitas avvisò pm dopo morte Fadil'

Inquirenti valuteranno eventuali omissioni Humanitas dopo l'autopsia

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Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 18 MAR - Nonostante avesse detto ai medici di temere di essere stata avvelenata, l'Humanitas non ha comunicato alla Procura di Milano o alla polizia giudiziaria che tra i degenti in gravi condizioni c'era Imane Fadil. Soltanto il primo marzo, giorno in cui la giovane è morta dopo un mese di agonia e dolori atroci, inquirenti e investigatori sono stati informati del ricovero della modella marocchina, una delle testimoni chiave del processo Ruby, dal suo legale che ha anticipato la clinica.
    A mettere un punto fermo sui tempi delle comunicazioni tra ospedale e autorità giudiziaria e sulle diverse versioni date da una parte e dall'altra, è stato oggi il direttore sanitario della struttura, Michele Lagioia, sentito come testimone dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Antonia Pavan e Luca Gaglio, titolari delle indagini per omicidio volontario carico di ignoti.
    Ipotesi formulata anche in base alle cartelle cliniche che hanno in mano e che hanno portato a ritenere che le paure confidate dalla giovane a medici, parenti e avvocato, abbiano un fondamento. Tant'è che la pista investigativa si fonda sul fatto che i sintomi manifestati dalla 34enne, che è passata dai reparti di terapia intensiva, rianimazione e medicina, siano compatibili con un avvelenamento - sono pure in corso esami per capire se da sostanze radioattive - anche se non si esclude una malattia rara e fulminante.
    Come ha ripetuto oggi il procuratore Francesco Greco "i medici dell'Humanitas hanno cercato di seguire tutte le ipotesi possibili in base alla scienza medica e ad una ad una le hanno scartate trovandosi davanti ad una situazione complessa che non sono riusciti a comprendere". Per tanto ha aggiunto la "priorità ora è accertare le cause della morte", su cui dovrebbe fare luce l'autopsia attesa per i prossimi giorni, e solo successivamente verranno valutate eventuali omissioni dell'ospedale. (ANSA).
   

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