Lombardia

Ruby ter, Fadil: 'Un sistema desolante'

Modella su pressing lavoro in tv: 'Io e altre abbiamo rifiutato'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 23 LUG - "Quel video spiega un sistema, il modo in cui vengono introdotte le ragazze in tv ed è desolante per le donne del nostro Paese, per le ragazzine che vogliono intraprendere una strada nello spettacolo, per le loro famiglie, questo sistema è un cancro che non premia il talento". Così Imane Fadil, modella e una delle testimoni 'chiave' dell'accusa nel caso Ruby, nonché parte civile anche nel processo Ruby ter, ha commentato con l'ANSA un video, depositato agli atti ed emerso nei giorni scorsi, nel quale si vede Silvio Berlusconi ripreso di nascosto nella sua villa di Arcore e pressato nel 2011, quando era scoppiato lo scandalo, dalle richieste di lavoro in tv da parte delle giovani che hanno partecipato alle serate hard.
    "Era ora che la verità venisse fuori così", ha aggiunto Fadil, spiegando anche che "a quelli che dicono 'ma si è cosi!' rispondo 'visto che è cosi, perché non ci mandano le loro figlie e le loro nipoti?!". E ha voluto evidenziare che lei, così come le altre due parti civili, da "quell'inferno" è fuggita e ha "rifiutato lavori e tentativi di corruzione per anni".
    "Io non ce l'ho con le ragazze - ha spiegato ancora Fadil, rappresentata come parte civile dal legale Paolo Sevesi - anche se quelle ragazze hanno contribuito a danneggiarci, ma dico che per essere donna serve integrità".
    Nel video si vede l'allora premier seduto su un divano di villa San Martino che cerca di rispondere alle pressanti e continue richieste delle 'olgettine', definite da lui stesso "impossibili", anche sostenendo di non essere "presidente di niente a Mediaset, sono fuori da Mediaset da 18 anni".
    "Chi ama le donne certamente non le tratta cosi - ha detto ancora Fadil -. Io trovo che quel signore abbia avuto il privilegio di avere delle onorabili responsabilità a cui lui, però, è mancato sia come persona che come capo politico". La testimone del caso Ruby ha voluto commentare anche un passaggio del filmato in cui Marysthell Polanco paragona la sua condizione, e quella delle altre ragazze, a quella di terremotati e rifugiati: "Ha una vaga idea di cosa voglia dire scappare da una guerra o non avere più una casa e perdere tutti gli affetti!".
    Infine, Fadil è tornata a parlare anche dei ritardi nell'avvio del processo Ruby ter (partirà a fine settembre), rimasto al palo per mesi e mesi. "Noi parti civili - ha detto - siamo state lineari con la giustizia, perché crediamo nella giustizia, ma non possiamo dire lo stesso della giustizia stessa. Sembra quasi che ci debbano un favore - ha concluso - quando è propriamente il contrario".

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