Lombardia

Amico di sana: 'Padre e fratello liberi'

'Ci hanno detto che la vicenda è chiusa come morte per infarto'

>>>/ GIOVANE PAKISTANA UCCISA IN PATRIA, VOLEVA SPOSARE ITALIANO

Redazione Ansa

"Dal Pakistan ci è stato detto che la vicenda è stata chiusa come morte per infarto e che il padre e il fratello di Sana sono tornati a casa". Lo ha riferito un amico della 25enne di origini pakistane, Sana Cheema, residente fino ai mesi scorsi a Brescia e morta in patria dove la famiglia voleva farla sposare secondo un matrimonio combinato. "In Pakistan non c'è giustizia e tutti gli abitanti del villaggio dove vive la famiglia di Sana è convinto che i familiari siano innocenti" ha riferito l'amico della giovane, residente nello stesso quartiere a Brescia e in contatto con parenti che vivono nello stesso distretto della famiglia Cheema in Pakistan.

Una ragazza di 25 anni di origini pakistane, Sana Cheema, residente da anni a Brescia, sarebbe stata stata uccisa in patria dal padre e dal fratello perché voleva sposare un italiano, anche lui figlio di immigrati. Il delitto sarebbe avvenuto nel distretto pakistano di Gujarat, dove la giovane era nata e dove era tornata dalla famiglia un paio di mesi fa. A Brescia aveva frequentato le scuole e iniziato a lavorare all'interno di un'autoscuola. Già arrestati il padre ed il fratello della 25enne. "Il padre ci faceva vedere le fotografie di quelli che potevano essere i mariti della figlia. Andava in Pakistan per organizzarle il matrimonio" ha raccontato il proprietario di un negozio di frutta e verdura nel palazzo dove Sana aveva abitato fino a novembre.

   

 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it