Lombardia

'Se dico è no è no', libro disobbediente

Volume di 'empowering' per bambine da Matilda edizioni

Redazione Ansa

A dire no, bisogna imparare fin da piccoli. Soprattutto da piccole, perché chi è sempre stata educata a dire di sì è una candidata ideale a subire violenza. Non invita alla disobbedienza, ma a non lasciare che siano altri a decidere per noi il piccolo grande libro 'Se dico no è no' scritto da Annamaria Piccione e Viola Gesmundo per Matilda edizioni, casa editrice specializzata in libri per bambine e bambini.

"Ci sta a cuore educare alle differenze e ai sentimenti e ci sta molto a cuore - spiegano dalla casa editrice - l'empowering delle bambine". In questa linea editoriale rientra questo libro, in uscita per la fiera di Bologna, che evidenzia come sia importante imparare a dire No fin da piccoli: quando qualcuno vuol decidere per noi, che si tratti di cosa indossare o chi baciare o che strumento musicale suonare.

Nella grande famiglia di donne narrata nel libro dall'unico maschietto di casa - Nico, 12 anni, che vive con mamma, zia, nonna, bisnonna e cugine varie in un casolare fuori città - ci sono donne più anziane che hanno imparato a dire No solo con gli anni e l'esperienza e che insegnano la bellezza della disobbedienza ai più giovani. Nonna Nicolina, per esempio, "ci tiene molto alla parola NO! Dice che è una delle sue preferite, perché nella sua lunga vita - racconta Nico - ha detto troppi sì senza essere convinta. Disse sì quando avrebbe voluto studiare Fisica e si fece convincere a iscriversi a Lettere. Disse sì quando era innamorata segretamente di un compagno di studi ma si fece convincere a sposare il bisnonno perché era straricco. Disse sì quando avrebbe voluto insegnare a scuola ma si fece convincere a rimanere al casolare per occuparsi della piccola Alberta. 'Ai miei tempi eravamo educate al sacrificio: era sempre la donna a dover rinunciare a qualcosa' racconta nonna Nicolina", che riuscì a trovare la sua strada solo alla morte del marito, rifiutando un corteggiatore che la voleva 'salvare' e scegliendo di rimanere in campagna.

"Nonna Nicolina sostiene che le cose sono cambiate, ma non è del tutto vero", nota Nico, raccontando della cugina che sta nella sua stessa classe e "si è scontrata col supplente di matematica", convinto che una bambina non possa essere brava con i numeri. Sempre Nonna Nicolina "sostiene che per vincere i pregiudizi occorre agire con consapevolezza", come fece nonna Alberta, che non abbandonò la carriera di pianista per fare famiglia e trovò l'uomo giusto con cui crescere un figlio, o come ha scelto di fare zia Corinna, che si è rifiutata di lasciare il lavoro per seguire il marito in capo al mondo. La mamma di Nico, invece, è stata lasciata dal marito ed "è stata costretta a fare i conti con i NO che non aveva mai detto. Come lasciare l'università (Fulvio vuole sposarsi), o non lavorare (Fulvio guadagna bene) o diventare bionda (a Fulvio piace)". Quando ha capito che prima di gratificare gli altri bisogna ascoltare se stessi, ha ripreso a vivere e a ridere con gli occhi. (ANSA).

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