Lombardia

Ragazza frustata, famiglia vuole essere interrogata

E' successo in provincia di Pavia, punita perché si comportava troppo da "occidentale"

Una scuola

Redazione Ansa

 "Qualcosa si è rotto e ora dobbiamo ricostruire". E' la linea che seguiranno la Procura e il Tribunale dei minori di Milano nella vicenda della sedicenne marocchina che è stata temporaneamente tolta alla famiglia perché ha denunciato di essere stata picchiata dal padre, dalla madre e dal fratello per i suoi costumi troppo occidentali. Un' altra Procura, quella di Pavia, sentirà la madre, il padre e il fratello della ragazza che sono indagati per lesioni e maltrattamenti. Il loro legale, Pierluigi Vittadini, ha già detto che i tre intendono farsi interrogare presto per chiarire quanto è successo: sostengono che la ragazza non è stata frustata con il cavo del computer, come ha denunciato, e di averle dato degli schiaffi non per il suo stile di vita ma perché non voleva andare a scuola e rientrava tardi la sera. A spiegare come si comporteranno i magistrati dei minori che hanno disposto il trasferimento in comunità della sedicenne è il procuratore, Ciro Cascone, il quale sottolinea come "si tratta ora di seguire un percorso delicato e che richiede tempo". L'obiettivo è "quello di ricomporre una relazione tra la ragazza e la famiglia" ma se questo non sarà possibile, sarà compito del Tribunale trovare altre soluzioni. "Anche qualora la verità sia difforme dalla sua denuncia - ha aggiunto Cascone - si è comunque creata una situazione di disagio che va valutata con molta attenzione e con sensibilità".

Per il Tribunale è una denuncia "attendibile" quella che la ragazza ha presentato lo scorso 16 febbraio: si era confidata, poi con l'assistente sociale alla quale aveva raccontato di essere stata picchiata dalla madre (già condannata nel 2003 per maltrattamenti nei confronti della figlia maggiore), dal padre e dal fratello. Con l'educatrice era andata al pronto soccorso del San Matteo di Pavia, poi in questura dove gli agenti avevano raccolto la deposizione che aveva innescato un procedimento d'ufficio, in quanto le lesioni che aveva riportato erano state giudicate guaribili in 31 giorni, e l'iter che ha portato la ragazza temporaneamente in comunità. Su questo fatto e sulla vicenda della ragazzina originaria del Bangladesh alla quale è stata rasata la testa nel Bolognese perchè non voleva indossare il velo, ha preso posizione il ministro dell'Interno, Marco Minniti: "Violenze e sopraffazioni nel nome delle religioni, ancor di più se si tratta di minorenni, sono inconcepibili - ha detto - che è un po' più di inaccettabile". (ANSA).

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