(ANSA) - MILANO, 5 OTT - Non c'erano "segni di ematomi"
sull'addome di Nela Ionica Drosu, di nazionalità romena e di
etnia rom, accusata di falso per aver detto ai medici, nel corso
di una visita, di aver perso il figlio di sei mesi che portava
in grembo a causa una manganellata inferta qualche giorno prima
da un agente di polizia. A sostenerlo, oggi, nel corso del
processo a carico della romena, è stata Sarah Salmona, la
ginecologa che la notte del 20 novembre 2014 ha visitato la
donna arrivata al pronto soccorso della clinica Mangiagalli di
Milano.
Perse bimbo: medici escludono percosse
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