Lombardia

P.za Loggia, Mattarella: 'Disegno folle'

A 42 anni dalla strage, messaggio Capo Stato a sindaco Brescia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 28 MAG - "A quarantadue anni dalla terribile strage, che stroncò vite innocenti a Brescia e sconvolse l'animo dell'intero Paese, è giusto ribadire con forza che la Repubblica Italiana non dimentica le ferite inferte da chi voleva colpirne gli ordinamenti democratici, né l'impegno appassionato di quanti dal dolore più grande sono riusciti a estrarre energie civili per ricomporre un tessuto di partecipazione, di convivenza, di solidarietà". E' quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, in occasione del 42mo anniversario della strage.
    "Il barbaro attentato di piazza della Loggia - aggiunge - era iscritto in un disegno folle e criminoso, che produsse altri gravissimi lutti e tentò di condizionare gravemente il confronto politico". Il ministro della Giustizia ha voluto essere presente oggi alla commemorazione della strage, in cui morirono otto persone e  oltre 100 restarono ferite, come "segno di vicinanza ai familiari delle vittime". "Avevo cinque anni il 28 maggio 1974 e ricordo la strage dal racconto dei miei genitori" ha detto il ministro che ha poi parlato dell'ultima sentenza della Corte di Appello di Milano che a luglio scorso ha condannato all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte; sentenza per la quale mancano ancora le motivazioni a distanza di 10 mesi: "È stato fatto un grande lavoro di ricostruzione che richiede tempo e credo che sia giusto così. L'importante è che a distanza di anni sia arrivata una sentenza di condanna" ha detto il ministro Orlando. "Oggi sono a Brescia anche per dire grazie alla magistratura che ha continuato per anni il suo lavoro".

   Anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha inviato un messaggio sottolineando che "sono ancora molti gli aspetti rimasti oscuri di quella dolorosa vicenda, sui quali lo Stato ha il dovere di continuare a ricercare la verità". "Si tratta non soltanto di un atto dovuto nei confronti dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, ma  - ha aggiunto - anche, e soprattutto, un fattore irrinunciabile per rendere sempre più forte e solida la nostra democrazia".

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