Lombardia

Scala,Verdi inedito contro guerre sante

Pereira, fatto di tutto per aumentare la sicurezza

Redazione Ansa

(di Bianca Maria Manfredi) 

La Giovanna d'Arco che andrà in scena alla Scala, dove manca da 150 anni, sarà in realtà un inedito. Si tratta infatti della Prima assoluta dell'edizione critica come ha spiegato Riccardo Chailly, il maestro milanese che è al suo primo 7 dicembre come direttore principale del teatro. La scelta di questo titolo dice molto del progetto che ha per la Scala: "pensare al futuro - ha spiegato alla presentazione dell'opera - tenendo conto del passato storico del teatro" (e infatti Giovanna d'Arco debuttò proprio a Milano nel 1845).

La decisione di mettere in scena la storia dell'eroina cristiana che combatte per l'unità della Francia è venuta ben prima delle stragi di Parigi e non c'è nulla che li ricordi nello spettacolo ma comunque la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier tiene conto di quanto accade nel mondo. "In scena non ci sono burqa o jihadisti" ha spiegato Caurier. "L'opera non è una rivista d'attualità - ha aggiunto Leiser - ma può essere un modo per capire meglio quello che succede nel mondo". "Quello che è successo a Parigi - ha continuato - è la prova che combattere per Dio è pericoloso", arrivare a morire ed uccidere per la patria, per Dio "è una perversione della religione", di qualunque religione si tratti. Una Giovanna d'Arco ben lontana quindi anche dall'immagine e dallo slogan 'cacciamo gli inglesi dalla Francia', poi allargato a tutti gli stranieri, cui "si sono impadroniti Marine Le Pen e il Front National" hanno sottolineato i due. Nel libretto di Solera ci sono delle contraddizioni nel racconto della vicenda di Giovanna che si divide e si tormenta fra la volontà di combattere per Dio restando pura e l'amore per Carlo VII, fra il desiderio e il senso di colpa. E i due registi li hanno risolti con una semplice idea: Giovanna - che vive nella propria camera nell'800 - immagina tutta la vicenda medievale, le battaglie, le voci di demoni e angeli. Anche il rogo (il libretto prevede che muoia non bruciata ma combattendo) si vede, ma è appunto una visione, è il frutto della sua nevrosi. "Abbiamo cercato di entrare nella sua testa, nella sua follia" ha raccontato Caurier.

Un escamotage che ha convinto il cast a partire dalla star della lirica Anna Netrebko. "Sono onorata di essere in quest'opera sorprendente - ha osservato la cantante che, dopo il Don Giovanni del 2011, è al suo secondo Sant'Ambrogio - So l'importanza che il 7 dicembre ha per gli italiani. Stiamo lavorando molto e spero che apprezzerete il risultato". Del successo sembra essere sicuro il sovrintendente Alexander Pereira che ha parlato di un "cast ideale" con Francesco Meli nella parte del re e Carlos Alvarez in quella di Giacomo, il padre di Giovanna ossessionato dalla sua purezza. Anche sulla sicurezza - dopo gli allarmi attentati e l'introduzione dei controlli con il metal detector - il manager austriaco dice di essere "tranquillo. Abbiamo fatto di tutto - ha assicurato - per aumentare la sicurezza".(ANSA).

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