Lombardia

Omicidio Macchi, Dna scagiona Piccolomo

Già condannato per delitto 'mani mozzate',indagato per cold case

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 29 AGO - La nuova perizia sui reperti ritrovati 28 anni fa sul corpo e sull'auto della studentessa Lidia Macchi, uccisa nel gennaio 1987 con 29 coltellate a Cittiglio (Varese), e in particolare le analisi sul Dna, scagionano, allo stato, Giuseppe Piccolomo, l'uomo già condannato all'ergastolo per il cosiddetto 'delitto delle mani mozzate' avvenuto nel 2009 nel Varesotto e anche indagato da un paio d'anni per l'omicidio della giovane

La notizia ha trovato conferma negli ambienti giudiziari. Un anno fa circa, la Procura Generale di Milano, dopo aver avocato le indagini di cui era titolare la Procura di Varese, aveva chiuso l'inchiesta nei confronti di Piccolomo - già condannato all'ergastolo per aver ucciso nel novembre del 2009 la pensionata Carla Molinari - contestandogli anche l'uccisione di Lidia Macchi, caso rimasto irrisolto da quasi trent'anni. Dopo la chiusura delle indagini, il legale della famiglia Macchi, l'avvocato Daniele Pizzi, ha chiesto e ottenuto che venissero effettuati una serie di nuovi accertamenti su alcuni reperti come peli, capelli, lettere anonime inviate alla famiglia della ragazza e ritagli degli abiti di Lidia Macchi sporchi di sangue e del sedile della sua auto.

La consulenza, disposta dal sostituto pg Carmen Manfredda ed effettuata dai biologi Carlo Previderè, Pierangela Grignani e Roberto Giuffrida, ha però escluso che il Dna rintracciato sia compatibile con quello di Piccolomo. Peli e capelli, poi, sono tutti riferibili al nucleo familiare della studentessa, a parte uno che, tuttavia, non è riconducibile a Piccolomo. L'uomo, difeso dal legale Omar Pagnozzi, ha chiesto di essere interrogato e il pg lo sentirà nei prossimi giorni. A suo carico resta, comunque, da quanto si è saputo, un quadro indiziario e la Procura Generale, dopo l'interrogatorio, deciderà se archiviare la sua posizione o chiedere il rinvio a giudizio.

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