Lombardia

Operazione contro pedofilia, arrestato anche un sacerdote

Altri tre arresti e 25 indagati. Il religioso è stato arrestato ad Alassio (Savona) ed è stato portato in carcere. Si tratta di un uomo di 49 anni

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Redazione Ansa

(di Fabrizio Cassinelli)

(ANSA) - MILANO, 26 MAG - Due disoccupati, un operaio e un prete: sono i quattro arrestati italiani in un'indagine su un giro pedopornografico che ha portato la Polizia di Stato, a eseguire un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano nei confronti di una trentina di persone dedite, secondo le accuse, all'acquisizione o al traffico di materiale video sul web. Gli arresti sono stati eseguiti ad Alassio (Savona), Roma, Livorno e Torrecuso (Benevento). Tra questi, anche un salesiano per le cui gravi accuse è stato disposto il trasferimento in carcere.

Secondo quanto si è appreso, il religioso, che viveva in Piemonte, è stato arrestato ad Alassio dove stava trascorrendo un periodo di riposo. Si tratta di un uomo di 49 anni, che è accusato di "cessione aggravata" di materiale pedopornografico (Art. 600 e 602 del Codice penale), contestazione che prevede l'aver trattato materiale con "minori di anni 16" e in "numero maggiore di tre". I due disoccupati invece hanno 58 e 51 anni, mentre l'operaio anch'egli 51. Il prete, su internet, si fingeva un manager statunitense. Aveva vissuto per diversi anni a Oulx, località della Val di Susa, in provincia di Torino, e solo recentemente era stato trasferito in Liguria. Aveva acquisito sul web una falsa identità, come del resto quasi tutti gli indagati.

Secondo le accuse l'uomo avrebbe acquisito in particolare fotografie e video di preadolescenti. Ma tra il materiale scambiato dagli indagati c'erano anche scatti di bambini di pochi anni, nella maggior parte dei casi provenienti dall'Estremo Oriente. Da quanto si è saputo i presunti pedofili provenienti da diversi Paesi si incontravano sul social network russo Imgsrc.ru, utilizzato dagli iscritti per pubblicare immagini orribili, con rapporti tra bambini o con animali. Si lanciavano segnali attraverso commenti 'in codice' a fotografie non pedopornografiche di bambini, spostando poi le conversazioni, quasi sempre in lingua inglese, su altre piattaforme web, dove avveniva lo scambio di migliaia di immagini da parte della rete internazionale. Scambio che nella maggior parte dei casi non richiedeva una contropartita economica, ma piuttosto la fornitura di altre immagini con il sistema del 'peer to peer'. Le investigazioni, coordinate dal pm Giovanni Polizzi, sono state effettuate da agenti del Compartimento della Polizia postale di Milano sotto copertura, che sono riusciti a infiltrarsi nella rete fingendosi pedofili. Alla fine, con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e con l'attivo ruolo del Segretariato Generale dell'Interpol di Lione, sono stati individuati 233 'utenti'su scala globale dediti allo scambio per via telematica di materiali illeciti, residenti in 38 Paesi che adesso procederanno ciascuno secondo le proprie leggi.

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