Lombardia

8 anni a Kabobo per ferimento 2 passanti

Gup, anche 3 anni casa cura, 30 mila euro a una delle vittime

Redazione Ansa

Dopo essersi visto confermare dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano 20 anni di carcere e 3 di casa di cura per aver ucciso a picconate tre persone, oggi Adam Kabobo si è visto condannare ad altri 8 anni di reclusione e ancora a 3 di casa di cura per aver aggredito e ferito gravemente due uomini che quella mattina di terrore del maggio di due anni fa a Milano aveva incontrato sulla sua strada. Per lui questa volta l'accusa è tentato omicidio.

La decisione è arrivata nel pomeriggio al termine del processo con rito abbreviato che si è celebrato a porte chiuse davanti al gup Alessandra Simion. Il giudice ha anche disposto un risarcimento di 30 mila euro a favore di una delle due vittime, la sola che si è costituita parte civile. Qualche disagio è sorto prima del verdetto per via delle difficoltà nel trovare un interprete per Kabobo: è stato necessario attendere un paio d'ore prima che fosse disponibile una persona, non tanto che conoscesse la lingua bantù, quella di cui il ghanese parla un dialetto, ma per lo meno l'inglese per procedere alla discussione. Per questo il procedimento fissato per le battute finali alle 12.30, è cominciato soltanto dopo le 15.

Kabobo era in aula ma da quanto si è saputo, prima della lettura del dispositivo non ha reso dichiarazioni. Quella mattina dell'11 maggio 2013, Kabobo, prima di uccidere, aggredì con una spranga di ferro Andrea Carfora, un giovane di 24 anni che stava tornando a casa dopo il lavoro, e Francesco Niro, un operaio di 50 anni ferito alla testa e destinatario del risarcimento. Dopo aver ferito i due passanti massacrò a picconate Daniele Carella, Alessandro Carolè e il pensionato Ermanno Masini, che hanno avuto la sfortuna di incrociare la sua strada. Per questi omicidi lo scorso 20 gennaio la seconda Corte d'Assise d'Appello ha confermato i 20 anni di carcere e 3 anni di casa di cura inflitta in primo grado. Nei confronti dell'immigrato era stata riconosciuta la semi-infermità mentale sulla base di una perizia psichiatrica. I difensori di Kabobo, gli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, ora contano di chiedere l'applicazione della continuazione per le due condanne, non appena la sentenza per i tre omicidi diverrà definitiva. In questo modo puntano ad alleggerire la pena complessiva che l'uomo dovrà espiare.

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