Lombardia

Padre Vanessa: 'Ottimisti, ma l'angoscia cresce'

'Comunque ottimisti, speriamo di abbracciare presto lei e amica'

Redazione Ansa

(di Francesca Brunati)
(ANSA) - MILANO, 21 AGO - "Speriamo di riabbracciare a breve Vanessa e la sua amica Greta, anche se l'angoscia cresce. Speriamo che tutto si risolva al più presto". Salvatore Marzullo, il padre di Vanessa, la volontaria di Brembate (Bergamo) rapita in Siria il primo agosto con Greta Ramelli, dopo le ultime notizie di stampa, sta vivendo ore in cui fiducia e ansia si mescolano.

Da una parte l'orrore e la paura suscitate dalle immagini della decapitazione del reporter americano James Foley per mano dei jihadisti dell'Isis e, dall'altra quanto scrive il quotidiano panarabo al Quds al Arabi, pubblicato a Londra, secondo cui le due ragazze stanno bene e forse potrebbero essere liberate presto. Parole che hanno alimentato la fiducia a casa Marzullo. "Sono contento della notizia", ha spiegato  all'ANSA il papà di Vanessa, anche se ha chiesto: "come possiamo sapere se è davvero la verità? In base a cosa hanno scritto questa informazione?".

Interrogativi dai quali trapela che, nonostante la fiducia, di giorno in giorno aumenta l'angoscia tra i familiari di Vanessa. Angoscia dovuta non solo all'ultima notizia pubblicata sull'edizione americana del Guardian on line in base alla quale nelle mani dell'Isis ci sarebbero anche due donne italiane, ma anche alla tragica morte di Foley: "E' una cosa che lascia senza parole. E' molto triste perché nel mondo invece di pace e amore ci sono guerre e odio. Guerre scatenate tra paese e paese e odio senza motivo. Da quel che vediamo in tv, in quei paesi c'è da stare alla larga".

"Noi comunque - ha insistito il papà di vanessa - siamo ottimisti perché mia figlia è una persona buona e sarà ricambiata. Speriamo di riabbracciarla al più presto. Speriamo che questa brutta vicenda si chiuda il più presto possibile"-  Papà Salvatore ha poi ricordato di aver sentito sua figlia per l'ultima volta lo scorso 31 luglio. "Il giorno dopo l'hanno rapita. Quella sera al telefono aveva la voce felice. Era contenta del suo progetto e decisa a portarlo avanti". Per lei "aiutare il prossimo è la cosa più bella, e prima di partire era entusiasta di poterlo fare".

"Vanessa - ha voluto infine ricordare il padre - è andata là per aiutare quelle persone che ha sempre ritenuto per bene, ottima gente. Per aiutare quei bambini che riteneva fossero come la sua famiglia. Ha sempre stimato il popolo siriano - ha aggiunto - e ha agito con il cuore. Ora penso che, con il cuore, ricambieranno".

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