Lombardia

Omicidio Leotta: ergastolo ai 3 lituani

Il giudice: 'non hanno mai mostrato il minimo rimorso'

Omicidio Leotta: tre condannati, un assolto

Redazione Ansa

(di Alessandro Carlini)

Ergastolo: è stata inflitta la pena più dura ai tre cittadini lituani che hanno ucciso Joele Leotta, il ventenne di Nibionno (Lecco) morto lo scorso 20 ottobre in Inghilterra. La sentenza è arrivata oggi alla Maidstone Crown Court, nel Kent, dopo che ieri c'era stato il verdetto di colpevolezza contro il 'branco' che ha assalito e massacrato il giovane e ferito il suo amico Alex Galbiati, che erano andati a lavorare in un ristorante italiano nella città inglese.

La condanna è stata esemplare, non a caso dopo che una comunità tranquilla come quella di Maidstone è stata sconvolta da un fatto di sangue tanto feroce. "Una morte in queste circostanze - ha affermato il giudice Philip Statman - oltraggia e fa inorridire la coscienza collettiva della nostra comunità. Lascia le famiglie distrutte". Aleksandras Zuravliovas è stato condannato al carcere a vita con l'obbligo di scontare in prigione almeno 21 anni. Mentre per gli altri due colpevoli, Linas Zidonas e Saulius Tamoliunas, l'obbligo di pena detentiva è stato fissato a 20 anni. I tre hanno ricevuto anche 12 anni di carcere per il ferimento di Galbiati. Zuravliovas si è messo la testa fra le mani quando è stata letta la sentenza, forse ha pensato al fatto che è da poco diventato padre e dopo quanto fatto potrà vedere il figlio solo dietro un vetro. Il giudice ha ricordato che sulla sua fedina penale in Lituania ci sono diversi precedenti, fra cui un'aggressione in stato di ubriachezza. "Sotto l'effetto dell'alcol, voi tre siete andati a picchiare questi due giovani in quello che è stato un attacco selvaggio", ha detto Statman, usando i pugni, i calci e qualsiasi oggetto capitasse loro in mano. Ma quello che ha convinto la giuria a infliggere l'ergastolo è stato il secondo assalto contro Joele e Alex, quando i tre lituani non paghi della prima irruzione nella camera dei giovani italiani sono tornati indietro, col chiaro intento di uccidere. Il pubblico ministero, Philippa McAtasney, si può dire del tutto soddisfatta della sentenza. All'inizio del processo aveva infatti prospettato per gli imputati una lunga pena detentiva.

La giustizia inglese ha cercato in tutti i modi di aiutare e sostenere i Leotta in queste undici settimane terribili fra prove e testimonianze, quasi la cittadina del Kent si sentisse in 'colpa' per non essere riuscita a difendere due giovani venuti per lavorare. "I nostri pensieri non possono che essere con la famiglia della vittima che ha mostrato grande dignità nel corso di tutto il processo", ha affermato Jaswant Narwal, capo della procura nel sud-est dell'Inghilterra.

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