Liguria

Urbanistica: Liguria punta su Comuni 'poli attrattori'

Per rilanciare con servizi l'entroterra spopolato

Redazione Ansa

 Per rilanciare l'entroterra in via di spopolamento la Regione Liguria punta sull'individuazione di piccoli Comuni con funzione di "poli attrattori di servizi".
    E' una delle principali novità della modifica alla legge urbanistica approvata stasera dal Consiglio regionale con 16 voti a favore (l'intero centrodestra) e 10 contrari (Pd-Articolo Uno, M5S, Lista Sansa e Linea Condivisa).
    I Comuni "poli attrattori" dovranno essere collocati lungo le direttrici di comunicazione viaria di fondovalle ed essere un riferimento per i Comuni del relativo ambito territoriale. Tali Comuni, in luogo della formazione dei vecchi piani urbanistici comunali (Puc), potranno dotarsi di un nuovo Piano dei Servizi e delle Infrastrutture (Psi), in forma singola o d'intesa con i Comuni dell'ambito territoriale di riferimento, per organizzare e potenziare le dotazioni territoriali di interesse sovra comunale. Il relativo Piano urbanistico locale (Pul) diventerà lo strumento destinato a regolare la pianificazione urbanistica.
    "La Regione Liguria mira ad alleggerire il peso degli adempimenti burocratici per i Comuni nella pianificazione dei servizi utili. - spiega l'assessore regionale all'Urbanistica Marco Scajola - E' una riforma attesa dal 1997 diventata realtà grazie a un lungo confronto con il territorio, dà autonomia, libertà e responsabilità di pianificazione ai Comuni nella programmazione dei servizi al cittadino". Scajola assicura che il nuovo Piano territoriale regionale (Ptr) indispensabile alla riforma "sarà approvato entro maggio in Giunta".
    "Con i poli attrattori la Regione Liguria bypassa la tutela del paesaggio, l' entroterra ha bisogno di scuole e trasporti, non di altro cemento. - interviene la consigliera della Lista Sansa Selena Candia -. La legge stabilisce una sostanziale deregolamentazione nelle aree classificate come entroterra. Qui infatti non varrà più il Piano territoriale di coordinamento paesistico. E' un cambiamento pericoloso, all'interno di una regione dove la percentuale di suolo occupato rispetto al territorio disponibile e pari all'8,3% e superiore alla media italiana del 7,6%". "Una legge che non semplifica le procedure, non tutela i territori, non garantisce la sostenibilità ambientale ed è scollegata dal Recovery Plan. - evidenzia il Partito Democratico - La riforma non semplifica le procedure a carico dei comun". "E' esattamente ciò di cui la nostra Regione non ha bisogno: anziché semplificare, complica; anziché sostenere i Comuni, li lascia soli; anziché snellire gli iter, crea incertezza procedurale; anziché tutelare il paesaggio, lo mortifica. - sostiene il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini - Le nuove norme vanno a toccare la pianificazione comunale in senso peggiorativo, perché non tengono conto delle esigenze delle amministrazioni".
    "Ma quale incertezza procedurale: le procedure, semmai, sono più chiare, più logiche e portano, finalmente, ad avere una pianificazione urbanistica che metta al centro i servizi per la comunità. - replica Scajola -. Non più Puc complicati e fortemente inapplicabili, ma strumenti urbanistici più snelli, che vanno incontro alle reali esigenze del territorio. Il paesaggio è tutelato, è una bugia dire il contrario, perché le regole e le competenze delle soprintendenze sono assolutamente garantite e mantenute". 
   

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