Liguria

Covid: 'patto' in Consiglio su alcune priorità

Votati all'unanimità 12 punti

Redazione Ansa

 Cinque ore di confronto tra maggioranza e opposizione nel Consiglio regionale della Liguria straordinario sull'emergenza covid hanno portato a condividere alcune priorità. L'opposizione ha ritirato gli ordini del giorno presentati da Linea Condivisa e Pd-Articolo Uno per chiedere il commissariamento dell'ospedale San Martino di Genova e la nomina di un commissario straordinario per gestire l'emergenza in Liguria al posto del presidente della Regione e assessore alla Sanità Giovanni Toti. In cambio il centrodestra ha votato a favore di 12 ordini del giorno presentati da centrosinistra e M5S, approvati all'unanimità dall'assemblea.
    Via libera a due tavoli regionali di confronto (uno che vede il coinvolgimento di sindacati, categorie, politica e corpi intermedi, l'altro sullo specifico tema degli anziani e delle fragilità, per combattere la solitudine), ma anche semaforo verde ai test sierologici nelle farmacie convenzionate, allo smart working presso le strutture regionali, all'aumento del personale delle croci e delle pubbliche assistenze grazie alla 'misura 6' di Garanzia Giovani, a interventi sul Tpl, come l'utilizzo di bus privati e turistici per il mantenimento dell'obiettivo di capienza inferiore al 50%, ma anche alle misure sanitarie ed economico-sociali come nuove assunzioni e stabilizzazioni del personale medico, infermieristico e sanitario, il rafforzamento del tracciamento e della raccolta dei dati e la possibilità di un Fondo Ristori regionale, per le categorie più colpite, che integri le misure nazionali.
    Nonostante l'indice di contagio Rt stia calando il presidente Toti ha ricordato il momento di grande difficoltà che sta vivendo la sanità regionale: "ad oggi il 50-60% delle specialità mediche in Liguria è chiuso a causa della seconda ondata di covid". Secondo il consigliere regionale Ferruccio Sansa (Lista Sansa) la Liguria "si è fatta cogliere impreparata alla seconda ondata della pandemia". "I malati covid nei pronto soccorso di Genova sono stati curati in condizioni disumane, all'ospedale San Martino con pazienti con il casco dell'ossigeno ammassati nei corridoi tra le macchinette del caffe, al Villa Scassi con sei pazienti in pochi metri quadrati", afferma Sansa. (ANSA).
   

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