Liguria

Liguria, sportelli contro 'teoria gender

Si' Consiglio proposta Fdi, Arcigay 'ignobile'. Pd, 'medioevo'

Redazione Ansa

 Il Consiglio regionale della Liguria sceglie di appoggiare la proposta di Matteo Rosso (Fratelli d'Italia) di impegnare la giunta Toti ad aprire sportelli per contrastare la diffusione della 'teoria gender' nelle scuole e immediata scatta la protesta delle opposizioni.
    "Siamo tornati al medioevo" hanno sintetizzato Pd, M5S e Liguria a Sinistra. Per il segretario nazionale di Arcigay si tratta di "un'operazione ignobile". "E' un baluardo - ha spiegato Rosso in aula presentando una mozione - contro le eventuali minacce al corretto sviluppo della personalità dei figli e contro proselitismi di teorie gender, da parte di soggetti preposti alla formazione dei ragazzi".
    "Torniamo nel medioevo - ha detto la capogruppo del Pd Raffaella Paita -. L'idea di fare uno sportello per le famiglie che metta insieme temi come bullismo, violenza e teorie gender è gravissimo. Il ministero ha già precisato che non esistono insegnamenti simili nelle scuole". Sulla stessa linea M5S e Liguria a Sinistra.
    Rosso ha detto che lo "sportello è aperto a segnalazioni e richieste di supporto da parte dei comitati di genitori per denunciare episodi prevalentemente in ambiente scolastico di bullismo, razzismo, vandalismo, droga ma anche di promozione delle teorie gender. Daremo un importante segno di vicinanza alle famiglie e aggiungeremo un servizio in ambito educativo e sociale. Come già la Lombardia, la Liguria, a costo zero, avrà uno sportello regionale, con numero verde gratuito e una casella mail, per le segnalazioni e le denunce delle famiglie". Rosso cita "episodi in città come Padova o Treviso dove, a scuola, all'insaputa dei genitori, i bambini sono stati obbligati dagli insegnanti a vestirsi da maschi se femmine e da femmine se maschi. Con lo sportello delle famiglie, vogliamo prevenire queste situazioni".
    I Comitati Arcigay di Genova, Savona e Imperia esprimono "massimo disappunto per un atto che intende armare una lotta contro un fenomeno fantasma, cioè qualcosa che non esiste. La propaganda 'anti gender' non ha vittime né carnefici, è una strategia che ha il solo scopo di denigrare il lavoro quotidiano di associazioni che portano nelle scuole la lotta al bullismo e alle discriminazioni". "È incredibile - prosegue Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay - è un'operazione ignobile: la propaganda antigender è infatti come quei venditori di fumo, che per vendere i propri rimedi truffaldini devono prima convincere le proprie vittime di avere il problema a cui quel rimedio porterebbe soluzione". (ANSA).
   

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