Liguria

Giorno memoria,eravamo bambini impauriti

Elisa Della Pergola e Piero Dello Strologo testimoni in Regione

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 22 GEN - Erano due bambini genovesi in fuga, dalle loro case e dai compagni di scuola, Elisa Della Pergola e Piero Dello Strologo nel 43' e nel 44': "terrorizzati dalla furia bestiale del nazifascismo, disperati per le stupide, cretine, cattive leggi razziali" del Governo Mussolini. Sono entrambi ebrei e oggi hanno raccontato la loro terribile infanzia nell'aula del Consiglio regionale della Liguria invitati dal presidente Michele Boffa per celebrare il Giorno della Memoria.
    I loro vividi ricordi hanno fatto commuovere la platea, composta da decine di rappresentanti delle istituzioni e da molti studenti liguri ai quali è dedicata la cerimonia.
    Erano bambini quando le leggi razziali irruppero nelle loro case: "Mio padre tornò a casa pallido e sconvolto - ha raccontato Elisa Della Pergola - e disse 'l'Ilva mi ha licenziato'. La nuova legge impediva alle aziende pubbliche di avere dipendenti ebrei. C'era il timbro 'razza ebraica' sulla pagella di scuola, noi ebrei dovevamo entrare al pomeriggio per non 'contagiare' gli altri bambini". "Al Liceo Colombo - ha aggiunto - mia sorella fu mandata negli ultimi banchi con le altre bimbe ebree e la professoressa chiamò la bidella per fare disinfettare il banco con l'alcol".
    Le loro famiglie furono costrette a cambiare in continuazione le case in cui vivere per sfuggire all'arresto. "Per anni - ha spiegato Piero Dello Strologo - mi è rimasto un senso di paura e di terrore che da un momento all'altro qualcosa di brutto potesse accadere".
    "Mio padre fu arrestato, morì ad Auschwitz, a mia madre, mia sorella e me davano la caccia per le strade di Genova - ha aggiunto Elisa Della Pergola -. 'Se arrivano gli Ss apro il gas' ci ripeteva mi madre, 'perchè non voglio separarmi da voi'". "Il giorno della Liberazione non lo dimenticherò mai: da una stanza in cui vivevamo nascoste, siamo corse in piazza Sturla a vedere gli americani e i partigiani. Abbiamo applaudito così tanto per la gioia di avere di nuovo la libertà che la sera avevamo la pelle delle mani spaccata. Ma era una gioia relativa. Tanti miei compagni di scuola non c'erano più e mia madre andava in giro per Genova con la foto di mio padre fino a quando non abbiamo saputo che era stato ucciso, perchè aveva 50 anni ed era considerato vecchio nel campo di concentramento. La furia bestiale del nazismo ha colpito anche lui. Oggi il razzismo sta spuntando di nuovo, non dimentichiamo" ha concluso Elisa Della Pergola.
    "Abbiamo cambiato tante case durante la fuga, ci hanno aiutato in tanti ma ogni volta mettevamo in pericolo chi ci ospitava e dovevamo perciò scappare di nuovo. Ho impressa negli occhi l'immagine di mio padre e di mia madre che camminano nelle neve di notte in un bosco per portarci in salvo in Svizzera. Io e mio fratello, bambini, eravamo in spalle a due giovani che ci aiutavano a scappare. Ricordo la paura e lo stordimento" ha ricordato Dello Strologo. (ANSA).
   

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