Liguria

Processo ultrà Genoa, difesa 'nessuna associazione a delinquere'

Procura ha chiesto 14 condanne a carico di altrettanti tifosi

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 17 APR - Non esisteva nessuna associazione per delinquere perché "non c'era un struttura organizzativa", "non c'era una sede" e soprattutto non c'era uno "scopo condiviso". Lo hanno sostenuto in aula nel processo per le presunte estorsioni al Genoa i difensori di alcuni degli imputati dopo che ieri i pm Francesca Rombolà e Giancarlo Vona hanno chiesto 14 condanne a carico di altrettanti ultrà rossoblu.
    Oggi hanno discusso in aula gli avvocati Angelo Paone, Riccardo Passeggi, Davide Paltrinieri, Laura Tartarini e Aldo Nappi. Domani parleranno fra gli altri gli avvocati che difendono i principali imputati, Massimo Leopizzi e Arthur Marashi per cui la Procura ha chiesto rispettivamente 8 anni e 7 anni e 10 mesi.
    Paone ha sottolineato fra l'altro come "occorre tenere distinte le manifestazioni di dissenso dalla commissione di reati" e secondo il legale molti degli episodi contestati non sarebbero penalmente rilevanti. Per l'avvocato Passeggi "si tratterebbe secondo l'accusa di un'associazione per delinquere a corrente alternata che si attivava solo quando il Genoa andava male".
    L'avvocata Tartarini ha sottolineato come lo stesso pubblico ministero abbia detto che "la maggior parte dei partecipanti alla presunta associazione non conosceva gli scopi occulti della stessa e quindi il mio assistito ed altri sarebbero partecipanti inconsapevoli". (ANSA).
   

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