Liguria

Meno di 7 euro l'ora agli sfruttati nei cantieri navali

Indagine Gdf Venezia, irregolarità anche in Liguria

++ Scoperti 2mila operai irregolari in cantieri navali Venezia +

Redazione Ansa

Paghe da fame, nessuna applicazione dei contratti collettivi, la piaga del caporalato che, ancora una volta, emerge dalle storie degli operai stranieri nei cantieri navali. La nuova attività ispettiva della Guardia di Finanza di Venezia ha portato allo scoperto un quadro drammatico, più volte denunciato dai sindacati: sono quasi 2.000, per la gran parte bengalesi e dell'Europa dell'est, i lavoratori irregolari che operavano al di fuori dii ogni tutela salariale nelle fabbriche delle navi in Veneto, nel veneziano, e anche in altre regioni d'Italia.
    Si tratta dell'esito di una "pregressa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica lagunare", mirata a far emergere sistematiche condotte di sfruttamento della manodopera all'interno dei cantieri. Le verifiche, concentrate sulle irregolarità fiscali, hanno preso le mosse dall'indagine delle fiamme gialle che ha portato all'apertura del processo a Venezia in cui sono indagati 13 ex dipendenti della Fincantieri di Marghera, oltre ai titolari di un'altra dozzina di società, per corruzione tra privati e caporalato. Processo che vede la stessa Fincantieri parte lesa, per l'infedeltà dei suoi dipendenti.
    Le società finite nel mirino sono le stesse perseguite nell'indagine penale per caporalato, gestite da connazionali (albanesi, bengalesi, balcanici) degli stessi operai sfruttati.
    Un gruppo di essi, 385 sui quasi 2mila individuati, cedevano al ricatti del contratto fasullo perchè avevano la necessità di rinnovare i permessi di soggiorno in Italia. In questi casi, accettavano condizioni particolarmente sfavorevol, con una paga oraria inferiore ai 7 euro.
    Oltre al Veneto, parte di questi irregolari per necessità sono stati individuati i in cantieri del Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia.
    Il presidente della Regione, Luca Zaia, si è espresso duramente su questi fatti. "E' importante - ha detto - che queste irregolarità emergano e chi ha sfruttato questi lavoratori sia sanzionato, anche a tutela delle numerose aziende che operano rispettando fino in fondo la normativa".
    Le ditte coinvolte ricorrevano sistematicamente al meccanismo della cosiddetta "paga globale": il lavoratore veniva retribuito, a prescindere dalle previsioni del contratto collettivo, con una paga oraria forfettaria, parametrata solo alle ore lavorate. Da qui buste paga fittizie, con voci artificiose - quali anticipo stipendio, indennità buono pasto, bonus 80 euro, indennità di trasferta - di fatto mai erogate al lavoratore, preordinate a sottrarre a ritenuta fiscale, previdenziale e assistenziale gli emolumenti corrisposti. Un flusso reddituale (esentasse per le società) pari a complessivamente a 6 milioni di euro. (ANSA).
   

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