Liguria

Applausi alla Tosse per Il fenomeno Laplante, il capo indiano fascista

Prima nazionale sul testo di Patella, regia di Emanuele Conte

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 24 MAR - Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti, segretario del partito socialista unitario, uscì di casa per recarsi alla Camera. Lo attendeva un duro discorso su uno scandalo di tangenti che coinvolgeva direttamente il fratello del Duce. Alla Camera dei Deputati, tuttavia, non arrivò mai. Segregato da un gruppo di fascisti fu barbaramente assassinato e il suo corpo venne ritrovato due mesi dopo. Fu quello uno dei capitoli più bui e tragici della storia italiana, prologo alla definitiva presa di potere da parte di Mussolini. E in quelle settimane cariche di tensione, un presunto capo indiano, Cervo Bianco, arrivò in Italia, accolto con tutti gli onori dal regime e dalla popolazione, per parlare del proprio popolo e stringere un rapporto d'amicizia con gli italiani. A quel finto capo indiano il cui vero nome era Edgar Laplante, un truffatore che dopo aver ingannato decine di persone finì sotto processo e in carcere per due anni, era dedicato lo spettacolo "Il fenomeno Laplante - lo strano caso del capo indiano fascista" presentato ieri sera in prima nazionale al Teatro della Tosse. Prodotto dallo stesso Teatro genovese, il lavoro si basa su un brillante testo di Maurizio Patella, finalista al premio "Shakespeare is now 2021" e al Premio Riccione per il teatro 2021. La regia porta la firma di Emanuele Conte che, potendo contare sulla verve di tre ottimi attori quali Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi, ha creato uno spettacolo assai godibile, nello spirito di un cabaret futurista, giocato sull'ironia, ma anche sul sorriso amaro. Si ride, certo, al ritratto di una Italietta credulona, ma l'ombra di Matteotti incombe a ricordare che purtroppo non si tratta di un divertente buffoneria, ma di una tragica realtà. Così in un alternarsi di gag e di trovate comiche, si passa senza soluzione di continuità dal Cervo Bianco alla ricerca del cadavere di Matteotti in un ritmo narrativo serrato che il trio di attori, affiatatissimi, sostiene con intelligenza e bravura. Applausi finali calorosissimi e meritati. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it