Liguria

Piano sanitario: Toti, fatto nostra parte ora tocca al governo

Giovanni Toti presidente Regione Liguria

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 23 MAR - "Le linee principali del piano contengono tantissime novità che mettono insieme ovviamente gli investimenti previsti e le novità normative previste dalle linee guida del Pnrr, l'edilizia sanitaria pubblica che rivoluzionerà almeno in parte l'offerta sanitaria nelle nostre province e tiene conto dei decreti ministeriali che rivoluzionano in qualche modo l'assetto della sanità italiana dopo il covid, valorizzando il territorio nelle forme e nei modi che conoscete come le casa della salute, gli ospedale di comunità, le centrali operative territoriali". Così il presidente della regione Liguria Giovanni Toti ha commentato il nuovo piano socio sanitario 2023-2025 presentato oggi.
    "Contiene ovviamente il polo di eccellenza di Erzelli, come sapete progetto bandiera del Pnrr per ricerca e cura. Quindi direi che è un piano sanitario molto vasto che ovviamente ora andrà al Ministero per tutte le integrazioni e deroghe e richieste che il Ministero vorrà fare. Poi inizierà un percorso che è già comunque iniziato nella sua stesura con il confronto con i grandi stakeholder della sanità territoriale". Un piano che deve fare i conti però con la carenza di personale, in particolare medici e infermieri.
    "C'è il nodo della programmazione per i medici, gli infermieri e i tecnici del futuro e c'è il nodo della carenza di medici nel presente - ha sottolineato Toti-. E' la ragione per cui tutti i piani socio-sanitari delle regioni dovranno essere poi integrati da poderose riforme governative circa la possibilità di utilizzare, ad esempio infermieri di fuori con i titoli di studio e la loro valutazione, di mobilitare il mondo medico e cambiare le regole di ingaggio circa l'utilizzo delle singole specialità e professioni incentivare le vocazioni, oggi francamente molto scarse su alcune specialità, tanto è vero che oltre i due terzi delle borse di studio messe a disposizione per medici di urgenza e anestesiste restano spesso deserte in tutta Italia. Le regioni fanno la loro parte. Ora tocca anche al governo, ovviamente modificare l'assetto di sistema in modo tale che questo piano che facciamo possa diventare pienamente operativo nei prossimi anni". (ANSA).
   

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