Liguria

Possetti, Atlantia cambia nome? nulla può far dimenticare

Comitato Vittime, avrà 'corte' riverente. Nessuno s'inchini

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 16 MAR - Atlantia cambia nome e diventa Mundys, che pare evocare il latino 'mundis : pulito, puro'. Ma nessun restyling e nessun nuovo nome possono cancellare, far dimenticare, nessun bagno purificatore può affievolire quanto avvenuto". Lo scrive in una nota Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi "Quando avviene una tragedia come la nostra - sottolinea Possetti - non c'è nulla che si possa fare per tornare indietro, anche se ci fosse buona volontà, rimangono i buchi inferti dai chiodi che sono stati piantati. Noi ne abbiamo 43 di buchi, abbiamo chili di rabbia e amarezza nel vedere quanta incompetenza, delinquenza, leggerezza sia stata introdotta in tutta la vicenda. Ogni volta che andiamo in aula ci si rivolta lo stomaco. Ora che la cassaforte della famiglia Benetton cambia nome, cessa un nome scomodo. Questa iniziativa di business - scrive Possetti - troverà un'ampia corte che si inchinerà riverente a questo cambio di passo, alla voglia di "reagire" di questa società, che si inchinerà alle campagne pubblicitarie, alla vicinanza di personaggi di richiamo. Noi no! E non dovrebbe inchinarsi nessuno. Viene la pelle d'oca a pensare che questo gruppo possa diventare leader mondiale delle infrastrutture e che una nazione possa avere a suo tempo pensato di cedere infrastrutture sensibili, come quelle aeroportuali a una società privata. Ma ora sarebbe comunque tardi per ripensarci. Solo anni e anni di buon lavoro potranno far sedimentare il loro reale cambio di strategia".

   Secondo Possetti, "certi azionisti sono stati ben consci degli utili della società, nessun azionista con questi pacchetti credo possa essere così sprovveduto da non accorgersene. Sembra inverosimile pensare che nessuno di loro si sia mai chiesto come mai questi utili fossero così elevati. Nessun utile di cui paiono pentirsi è finito in qualche campagna benefica per il bene pubblico, sono tutti stati ingurgitati. Non c’è altro da dire, nessun perdono, battaglia in aula e fuori sempre, per dare dignità alle nostre famiglie, alla nostra sofferenza, al nostro impegno e ad uno stato dimesso, sottomesso che non ci meritiamo. Speriamo solo di non vedere troppi cortigiani chini di fronte ai 'signori del casello', sarebbe penoso per noi e per loro vedere posizionare la finanza avanti alla propria dignità".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it