Liguria

Un itinerario per riscoprire i luoghi di Sanremo cari a Calvino

Nel centenario della nascita un percorso dedicato allo scrittore

Redazione Ansa

(ANSA) - SANREMO, 01 MAR - "Mi chiamo Italo Calvino. Sono nato a Sanremo. Sono tanto nato a Sanremo che sono nato in America". E' una delle frasi più celebri dello scrittore Italo Calvino che racconta il suo legame con Sanremo, città in cui ha studiato e vissuto per molti anni, che nel centenario della sua nascita ha voluto dedicare allo scrittore un itinerario letterario con 38 pannelli illustrativi.
    Il percorso calviniano, inaugurato in piazza Borea d'Olmo, è stato curato dalle professoresse Laura Guglielmi e Veronica Pesce, autrice del libro "Italo Calvino, Sanremo e dintorni. Un itinerario letterario (1923-2023)". A scoprire il primo pannello il sindaco Biancheri e l'assessore alla cultura Silvana Ormea mentre alla cerimonia erano presenti anche una rappresentanza di studenti e insegnanti dei licei Aprosio di Ventimiglia, Cassini di Sanremo e Vieusseux di Imperia.
    "Come dice Calvino: Sanremo continua a saltare fuori dai suoi libri ed è proprio vero - ha affermato Pesce -. Qui dove c'era il teatro Principe Amedeo, Calvino ha esordito come autore e attore teatrale". Molti gli aneddoti svelati: Calvino frequentò il liceo Cassini ma non era dei più meritevoli.
    "La ricerca che abbiamo condotto con i nostri studenti è particolarmente interessante - ha sottolineato la professoressa Lia Motta -. Al Cassini abbiamo la fortuna di conservare ancora le pagelle di Italo e del fratello Floriano. A gran sorpresa abbiamo constatato che i suoi voti non erano del tutto confacenti all'immagine che ne abbiamo di grande intellettuale.
    Forse per via dei parametri di valutazione del tempo ma Calvino era uno studente un po' ribelle e selezionava le materie a lui più congeniali".
    Di certo amava più il cinema della scuola racconta Laura Guglielmi: "All'epoca del liceo usciva di nascosto, senza dirlo ai genitori, per scappare al cinema Centrale o al Sanremese. La sua educazione alla narrazione è venuta proprio dalla frequentazione dei film americani e francesi degli anni '30 e c'è anche una bella nota sull'importanza delle attrici americane 'donne forti e paritarie'". (ANSA).
   

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