Liguria

Piace "Un ballo in maschera" al Carlo Felice

Successo a Genova per l'opera di Verdi rivista da Leo Nucci

Redazione Ansa

Platea folta ieri sera al Teatro Carlo Felice di Genova e calorosi applausi a scena aperta e al termine dello spettacolo per la prima di "Un ballo in maschera", quarto titolo del cartellone lirico genovese. La presenza di un pubblico decisamente più numeroso rispetto agli ultimi spettacoli è la prima nota lieta della serata. E chi ha scelto di esserci è stato ripagato da una rappresentazione nel complesso piacevole, pur con qualche zona d'ombra.
    L'allestimento prodotto dalla Fondazione Teatri di Piacenza, dal Teatro di Ravenna e dal Comunale di Ferrara era affidato per la regia a un veterano delle scene quale Leo Nucci e per la parte musicale a Donato Renzetti, direttore emerito del Carlo Felice.
    Bello l'impianto visivo con le scene coinvolgenti di Carlo Centolavigna in cui Nucci ha costruito un'azione scorrevole, muovendo con efficacia le masse e lavorando con attenzione sui singoli personaggi.
    La lettura di Donato Renzetti ha saputo restituire le diverse anime della partitura verdiana che alterna tragedia a commedia e torna ad esplorare dopo il "Macbeth" anche il mondo del soprannaturale e del mistero con la maga Ulrica. Una interpretazione duttile generosa negli abbondanti slanci melodici di cui è disseminata la scrittura di Verdi, ma anche cupa e robusta negli scatti più passionali e tragici.
    Cast dominato da Francesco Meli e Carmen Giannattasio. Meli è un Riccardo ricco di pathos ma anche di dolcezza: il tenore genovese canta con eleganza e il personaggio verdiano si adatta alle sue corde espressive, come nello slancio tenero e poetico del duetto con Amelia ("Non sai tu"). Analogamente Carmen Giannattasio ha restituito una Amelia palpitante con alcuni momenti di indubbia forza espressiva.
    Al loro fianco molto bene Roberto De Candia nel ruolo di Renato. Maria Ermolaeva, componente del secondo cast, ha sostituito Agostina Smimmero, indisposta, nel ruolo di Ulrica.
    Ermolaeva ha cantato con intensità e partecipazione ma la grande scena della maga è parsa un po' asettica, priva della tensione e della profondità cupa e misteriosa che dovrebbe avvolgere l'azione di Ulrica. Anna Maria Sarra ha vestito i panni di Oscar. (ANSA).
   

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