Liguria

Giorno memoria: sei internati liguri insigniti dal Quirinale

Bucci:'Non dobbiamo dimenticare, senza memoria non c'è futuro'

Giorno della Memoria, cerimonia ufficiale a palazzo Ducale di Genova

Redazione Ansa

 "Mio padre venne internato nel campo di prigionia di Wiesbaden nel 1943, a quei tempi lavorava ai cantieri Baglietto di Varazze, durante una retata dei nazifascisti venne catturato e portato su in Germania, sto ancora cercando i documenti per comprendere il perché della deportazione". Così Angelo Franzone, figlio di Domenico internato dal 17 maggio 1943 al primo aprile 1945, racconta l'esperienza vissuta da suo padre, uno dei sei liguri insigniti con le medaglie d'onore concesse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia per il 'Giorno della Memoria' a Palazzo Ducale di Genova.
    Le medaglie d'onore sono state consegnate ai familiari dal viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, dal prefetto di Genova Renato Franceschelli, dal vicepresidente del Consiglio regionale della Liguria Armando Sanna e dal sindaco Marco Bucci.
    "Mio nonno era nell'esercito e dopo l'8 settembre 1943 è stato catturato dai tedeschi, ma non sono ancora riuscita a sapere in quali campi, - spiega Alice Deluca nipote di Lino Rossi internato in Grecia, Croazia e Germania dal 9 settembre 1943 all'8 maggio 1945 - so solo che prima della prigionia è stato nascosto per un certo periodo da una famiglia in Serbia a Vukovar, ho trovato le sue lettere che lo confermano, poi dopo l'arresto credo che sia stato portato in Germania per il lavoro coatto".
    Le altre medaglie d'onore del presidente della Repubblica sono state consegnate ai familiari di Silvio Schenone internato a Mauthausen dall'8 settembre 1943 al 15 luglio 1944, Stanislao Simeone internato in Stalag XB Germania sino al 17 agosto 1945, Pasquale Varlese internato a Hanomag dal 10 settembre 1943 al primo aprile 1945 e Patrizio Vedovati internato nel lager Meppen dall'8 settembre 1943 al 18 agosto 1945.
    "Devono rimanere nei nostri occhi le immagini storiche di quella tragedia, devono rimanere nella nostra mente le atrocità perpetrate. - esorta il vicepresidente del Consiglio regionale Sanna - La soluzione finale del popolo ebraico e di chiunque venisse catalogato come 'diverso' o non allineato furono conseguenza di una legittimazione giuridica, ma prima ancora ideologica".
    "Non dobbiamo dimenticare ciò che accadde tanti anni fa, non c'è futuro senza memoria. - rimarca il sindaco Bucci - Dobbiamo ricordare che c'erano le leggi razziali in Italia, quelle che hanno generato il trasferimento delle persone nei campi di concentramento. Le leggi razziali che anche Genova non recepì nel modo giusto, molti genovesi invece si prodigarono per aiutare le persone". 
   

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