Liguria

Teatro: Alvarez si scusa, allergico da sempre a fumo scenico

Tenore aveva lasciato la scena a prima Manon Lescaut a Genova

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 04 APR - "Chiedo umilmente scusa al pubblico per il disagio causato in palcoscenico e, secondariamente, a tutto lo staff del Carlo Felice". Dopo giorni di silenzio inizia così il lungo post su Facebook del tenore Marcelo Alvarez, che a fine marzo ha lasciato la scena durante la prima di Manon Lescaut. Il teatro e il cantante hanno sciolto, in accordo, il rapporto di collaborazione artistica per la produzione lirica dell'opera di Puccini in favore di future collaborazioni in nuove produzioni artistiche. "Sono sempre stato allergico al fumo scenico - prosegue Alvarez - e ne fa fede un certificato che porto sempre con me in tutti i teatri del mondo dall'inizio del millennio, a firma della celebre foniatra Maria Elena Berioli. Durante tutto il mese precedente sono state eseguite svariate prove, tra cui: le prove in sala, le prove registiche sul palcoscenico, le due prove orchestrali e infine la prova generale. Sono sempre stato in forma, cantando per tutto il tempo il ruolo a me commissionato, non ricevendo nessuna contestazione. Anzi. Nella recita del 25 marzo la mia condizione vocale era in perfetto stato. Una volta giunto nel retroscena ho cominciato a sentire un piccolo disagio, che si è aggravato appena sono entrato in palcoscenico. È stata una serata sfortunata". "Non capisco come siano possibili - conclude il tenore - le produzioni pensate con il fumo nel periodo attuale con le vigenti restrizioni sanitarie. Apparentemente non sono un interprete adatto per cantare queste nuove produzioni di Manon Lescaut in presenza di locomotive, mi toccherà cantarle in carrozza così come l'aveva scritto Puccini. Che sia chiaro. Non sono mai scappato da nessuna produzione. Ho sempre salvato tantissimi teatri nel mondo in qualsiasi circostanza comportandomi sempre in maniera professionale. Sono fiero della mia carriera che testimonia la mia serietà, il mio senso di responsabilità e l'amore che provo sia per il teatro che per il pubblico". (ANSA).
   

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