Liguria

Tasca a candidati: ridare fiducia, così si trattengono i giovani

Intervista all'arcivescovo: "Progresso per aiutare i deboli"

Second anniversary of the Morandi Bridge collapse

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 03 APR - Il progresso come elemento per andare incontro anche alle fasce più deboli, la ricerca della pace sociale, la soluzione del problema infrastrutturale,, il calo demografico, lo sviluppo del porto, l'attenzione alle periferie e l'impegno per i profughi ucraini. Sono i concetti di cui parla l'arcivescovo di Genova Marco Tasca in una intervista all'ANSA, partendo da un appello ai candidati sindaco.
    Eccellenza, si avvicina l'appuntamento elettorale, il primo che vive da arcivescovo di Genova. Quali dovrebbero essere gli impegni dei candidati? "Genova ha una comprovata e storica tradizione democratica. I valori della libertà, dell'accoglienza ai migranti, del sostegno alle fasce sociali più deboli, il rispetto per i valori etici e religiosi, la salvaguardia della pace politica e sociale sono punti di forza su cui poggia la città. Partendo da questa base ideale, la Chiesa chiede di adoperarsi per il progresso e la costruzione del bene comune; essa sarà collaborativa - come sempre - con chi, condividendo questi valori, sarà chiamato a governare la città".
    Genova sta perdendo abitanti...
    "Per offrire ai giovani la possibilità di non dover emigrare da Genova, è auspicabile che la città mantenga ed incrementi soprattutto la sua tradizione industriale, faccia crescere la ricerca e il settore delle nuove tecnologie, risolva l'annoso problema dei collegamenti aerei, stradali, ferroviari, permetta al porto di svilupparsi e migliori la già in parte intrapresa vocazione turistica, senza dimenticare l'interno del territorio genovese. Se questo avvenisse, si svilupperebbe la possibilità anche per i giovani di trovare lavoro in Genova".
    Quali sono le principali criticità che osserva la Chiesa? Siamo di fronte ad una città che negli ultimi decenni ha perso decine di migliaia di abitanti. Bisogna ridare fiducia e rovesciare il pessimismo che noto in molti, specie nei quartieri periferici. Bisogna ridare alle diverse categorie sociali le ragioni per ritrovare fiducia e speranza nel futuro. La Chiesa sarà al fianco di chi opera per il bene e lo sviluppo della società. Genova, a dispetto di quanto si dice, è una città generosa e dal cuore grande. Una forza della città sono i molti che operano gratuitamente nel silenzio e nella generosità verso le persone meno fortunate che la pandemia ha fatto aumentare".
    Eccellenza la guerra in Ucraina ha aperto un'emergenza internazionale, qual è l'impegno della Chiesa genovese? "La Chiesa genovese, nelle sue multiformi ramificazioni - parrocchie, associazioni, gruppi, istituti, etc. -, in sinergia con le istituzioni civili, ha dato il suo apporto alla solidarietà, con una disponibilità ininterrotta di persone e risorse. L'impegno è stato coordinato dalla Caritas diocesana, in particolare in appoggio alla comunità ucraina presente presso la chiesa di Santo Stefano, in Via XX Settembre, assistita dal Cappellano Padre Vitaly Tarasenko e dall'associazione Pokrova.
    Insieme ai tanti carichi di vestiario e beni alimentari e sanitari, particolarmente importante è l'opera di accoglienza dei profughi: sono diverse centinaia le persone (soprattutto donne e bambini) accolte e sistemate presso strutture e famiglie. Fondamentale in questo campo l'aiuto che è giunto dal Santuario di Nostra Signora della Guardia, che ha messo a disposizione 100 posti letto per l'emergenza". (ANSA).
   

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