Liguria

15 milioni per i giovani che non studiano e non lavorano

Previsti corsi di formazione e bonus assunzionali

Giovani durante un aperitivo

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 02 AGO - La Regione Liguria investirà quasi 15 milioni di euro di fondi europei in tre progetti contro la disoccupazione giovanile e il fenomeno dei cosiddetti 'neet', gli under 29 che non studiano e non lavorano. Il piano 'Restart, formazione e lavoro, misure per l'occupazione giovanile' è stato presentato stamani in una conferenza stampa dagli assessori regionali al Lavoro e alla Formazione, Gianni Berrino e Ilaria Cavo. "Abbiamo predisposto varie misure, sia di formazione che di avviamento al lavoro, fino all'auto-imprenditoria. - spiega l'assessore Berrino - Il programma 'Nuova Garanzia Giovani' avrà a disposizione un dubget di 12,3 milioni di euro dedicato ai giovani dai 15 ai 29 anni che non lavorano e non studiano". Tra le misure previste una parte significativa sarà dedicata alla formazione mirata all'inserimento lavorativo (3 milioni di euro) e al servizio civile regionale (1 milione di euro). Sono stati progettati 185 corsi di formazione per gli under 29 'neet' da un minimo di 50 a un massimo di 400 ore.
    "Investiremo sui settori trainanti del mercato, - ribadisce l'assessore Cavo - affiancando alla formazione dei bonus assunzionali per le imprese". "La nuova misura 'Match Point' valorizzerà lo stage, aziende ed enti di formazione predisporranno progetti congiunti. - spiega - Appena arriverà alla Regione il progetto congiunto erogheremo le risorse disponibili, abbiamo già 20 progetti avviati, è giusto che le imprese e gli enti di formazione lo sappiano per fare in modo che 'neet' e giovani disoccupati possano formarsi nei settori trainanti, il modo migliore portare i ragazzi in azienda e assumerli". Al momento i progetti approvati o in fase di approvazione coinvolgono 229 allievi e 119 aziende. I nuovi progetti possono essere presentati alla Regione fino al 31 dicembre 2021. Partecipano le Camere di Commercio, le associazioni datoriali, i sindacati, le agenzie del lavoro e gli enti di formazione. (ANSA).
   

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