Liguria

Legale manifestanti, giustizia? no, non c'è stata

Avv. Tambuscio, i poliziotti condannati sono tutti in servizio

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 21 LUG - "Non andremo oltre la verità processuale che abbiamo avuto e che, nel panorama storico italiano dei processi ad appartenenti alle forze dell'ordine, è relativamente soddisfacente. Certo, restano punti oscuri". Lo ha detto l'avvocato Emanuele Tambuscio, difensore di alcuni dei manifestanti fermati durante il G8 di Genova, a margine del convegno 'Quale verità e giustizia per Genova' che si è tenuto al Ducale di Genova nel terzo e ultimo giorno di eventi in ricoro dei fatti accaduti durante il G8 2001. Uno dei punti oscuri è stata l'origine della carica di pacifici manifestanti in via Tolemaide che, secondo Tambuscio "è stata il punto di non ritorno". Per quanto riguarda i processi "sulla morte di carlo Giuliani un processo ci doveva essere" ha sottolineato rispondendo a chi gli chiedeva se fosse legittima la richiesta, ancora attuale, di verità su quanto avvenuto allora. "Ma giustizia no, nonc'è stata. Tutto coloro che sono stati condannati" per le violenze alla Diaz e la tortura a Bolzaneto "sono ancorfa in servizio. Una cosa contraria persino a quello che afferma la Cedu sulle sentenze per reato di tortura, ovvero che devono essere tutti destituiti. Lo Stato non ha risposto alla Corte europea che chiedeva i procedimenti disciplinari per la Diaz e Bolzaneto. Se pensiamo che Nucera (il poliziotto che mentì dicendo di esser stato accoltellato alla Diaz, ndr) è stato multato per 75 euro...". Tra i temi toccati al convegno anche quello delle norme relative alla tortura, il cui testo è stato ampiamente criticato, e a quella di devastazione e saccheggio che prevede "pene sproporzionate anche a causa del decreto Sicurezza " voluto dall'ex ministro dell'Interno Salvini che portò il massimo edittale a 20 anni di reclusione. Pene così sporpositate che anche la Francia si è rifiutata di eseguire il mandato di arresto europeo per Vincenzo Vecchi, ex no global accusato appunto di devastazione e del possesso di una molotov.
    (ANSA).
   

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