Liguria

Ponte Genova: ex Ad Spea scriveva "Aspi mette a rischio sicurezza"

Investigatori, società manutenzioni succube di Autostrade

Le macerie del Morandi

Redazione Ansa

Un mese prima del crollo del ponte Morandi, l'allora ad di Spea Antonino Galatà stava preparando una lettera da spedire ad Atlantia per lamentarsi della gestione di Aspi e delle sue ingerenze. "Una gestione - si legge negli appunti del cellulare sequestrato dagli investigatori del primo gruppo della guardia di finanza - che a forza di tagliare i costi impedisce di investire sulle risorse e mette a rischio i risultati in termini di qualità e sicurezza". "Si è tentato in ogni modo - continua l'ex dirigente della società che si occupava delle manutenzioni - di limitare la capacità dell'azienda richiedendo sconti sui ricavi ben oltre la normale ragionevolezza dei prezzi di mercato".
    Da questi appunti, Spea "viene descritta come completamente asservita ad Aspi" scrivono gli investigatori nell' informativa.
    Dalle carte emergono anche i cattivi rapporti che intercorrono tra Galatà e l'ex numero tre di Aspi, Michele Donferri Mitelli. Tanto che a giugno del 2018 viene organizzato un audit dell'ex ad di Spea da parte di Atlantia che ha come obiettivo di "esaminare le modalità di gestione dei rapporti tra Spea con i propri committenti".
    Sempre nella bozza di lettera, Galatà "annota insulti e minacce subite da Massimiliano Giacobbi (responsabile tecnico di Spea) da parte di Donferri Mitelli. A corroborare i rapporti tesi c'è anche una telefonata che lo stesso Giacobbi riceve dall'ex dirigente Aspi (e che viene registrata) dove quest'ultimo lo minaccia di "non farlo più entrare nella stanza se non gli avesse inviato un documento". (ANSA).
   

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