Liguria

Covid: 'Ambrosetti', Liguria perde meno del resto d'Italia

Per edilizia e industria poco diffusa. 90mila occupati a rischio

Redazione Ansa

 "L'Italia chiuderà l'anno con il terzo risultato peggiore della storia repubblicana con una decrescita che stimiamo del -9,1%. La Liguria, però, farà meglio, posizionandosi attorno al - 8,7%". A sottolinearlo l'amministratore delegato di The European House Ambrosetti, Valerio De Molli, che ha presentato i risultati dell'osservatorio Liguria 2022, sui valori economici della regione. "La Liguria ha perso meno - ha spiegato - perché la politica regionale è stata una delle poche che ha consentito al mondo dell'edilizia di portare avanti piccoli lavori, tenendo in vita un po' meglio che altrove il tessuto industriale-economico.
    A questo si aggiunge un secondo elemento: in Liguria il settore manifatturiero-industriale non è così diffuso come in altre regioni del nord, quindi ha subito meno il calo dell'export".
    Le ipotesi, comunque, parlano di una ripresa che potrebbe già partire dal prossimo anno. "La vera problematica indecifrabile è che nessuno sa fare previsioni sulla pandemia - prosegue - a cui è legata la ripresa che, nel caso di una scoperta del vaccino immaginiamo vigorosa. La stima, per ora, è di una ripresa tra quattro e sei punti percentuali di Pil che permetterebbe di chiudere il gap con quest'anno nel 2022-2023".
    Il problema resta l'occupazione che vede in Liguria almeno 90.000 posti di lavori a rischio. "Ma non per forza persi - conclude - perché dipenderà dalle manovre di sostegno degli enti pubblici. Per il momento non ne abbiamo perso neanche uno ma sono a rischio perché la decrescita non giustifica più quei livelli occupazionali".

Nel calo del pil pesa il settore turistico, che vedrà una riduzione della spesa compresa tra 1,5 e 2,0 miliardi nel 2020. The European House - Ambrosetti ha individuato tre ambiti per la ripartenza: le opere infrastrutturali, che possono mobilitare un totale di 16,5 miliardi con un aumento stimato del pil regionale fino al 18% circa cumulato fino al 2030; e i grandi progetti per la sostenibilità e valorizzazione del territorio con oltre 9 mln di m2 che possono garantire, al 2030, 60 mila occupati aggiuntivi e 4,1 miliardi di valore, oltre all'attuazione del modello Liguria 5.0, attraverso l'identificazione di progetti che rendano la Regione il polo innovativo di riferimento nazionale mare, da sempre fonte di crescita economica e benessere"
   

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