Liguria

Genova: Renzi, se ce la facciamo qui segnale per l'Italia

'Su sicurezza sono investimenti, Ue se ne farà una ragione'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 5 OTT - "Se ce la facciamo qui, a Genova, ce la farà l'Italia intera. Facciamo vedere, con un gioco di squadra, di cosa siamo capaci". Così il premier Matteo Renzi chiude una lettera pubblicata sul Secolo XIX in cui ricorda gli investimenti nel territorio del capoluogo ligure perché non resti più "ostaggio delle alluvioni".
    Due anni fa, scrive il presidente del Consiglio, a Genova e sul Bisagno "lavoravano solo avvocati e giuristi, giravano solo le carte dei ricorsi e dei controricorsi". Oggi invece "vediamo operai e ingegneri, betoniere e camion e, finalmente, inauguriamo il cantiere del rifacimento dell'ultimo tratto del torrente per l'allargamento della sezione idraulica". Un'opera "da 95 milioni che si aggiunge agli altri 8 cantieri anti-alluvione per un totale di 402 milioni", ricorda. "È il più grande investimento in atto per la difesa idrogeologica in una grande città europea".
    Per Renzi a Genova si volta pagina: "Ci lasciamo alle spalle gli errori idraulici e le urbanizzazioni incoscienti che hanno reso fragilissima questa terra aumentando il rischio di alluvioni e frane e facendo franare la credibilità della politica e dello Stato. Sì, è una pagina che andava chiusa, e noi questo abbiamo iniziato a fare, molto concretamente, partendo dall'abbattimento, con il decreto Sblocca Italia, delle burocrazie ostili e delle lungaggini insopportabili, che hanno portato negli anni alla dittatura dei ricorsi. Due anni fa presi un impegno preciso come Governo con l'istituzione dell'unità di missione #Italiasicura. Oggi, con 'Casa Italia', rafforziamo il concetto passando dall'inseguire sempre ogni emergenza alla prevenzione strutturale". "Sarà un cammino lungo, una prospettiva che coinvolgerà generazioni. Non era mai accaduto nella nostra storia repubblicana, e per noi il finanziamento della sicurezza è un investimento, non è una spesa. E le burocrazie europee dovranno farsene una ragione".
    "Se c'è stata una Italia che ha saputo solo lamentarsi o sbraitare, se c'è chi continua a farlo magari sperando che vada sempre tutto male anche oggi e in vista del referendum del 4 dicembre che cambierà finalmente in meglio la politica e lo Stato, noi ci rimbocchiamo le maniche". (ANSA).
   

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