(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 15 LUG - Dolore e
partecipazione profonda per la gente di Nizza esprime monsignor
Antonio Suetta, vescovo della confinante Ventimiglia, unitamente
alla "condanna assoluta per un gesto così ignobile. Riuscire a
rintracciare una logica laddove logica non c'è - dichiara - è
difficile, ma certo un disegno criminoso grave sta dietro questi
avvenimenti". La diocesi si sente particolarmente coinvolta nei
tragici fatti della notte scorsa considerando la collaborazione
a livello pastorale soprattutto rispetto all'emergenza migranti:
"Abbiamo ricevuto molto supporto dalla Caritas di Nizza, cosa
che vogliamo ricambiare in questo difficile momento", annuncia
il vescovo a Radio Vaticana, che per venerdì prossimo sta
organizzando un concerto con l'orchestra sinfonica di Sanremo in
cui inviterà l'Imam "per dire insieme una parola di condanna del
terrorismo e una parola di pace, nel rispetto reciproco".
Il presule tiene a sottolineare che "nessun nesso esiste tra
la situazione dei migranti che affollano il confine
italo-francese e questo terrore. Pur comprendendo benissimo che
i terroristi possano approfittarne per agire nei loro piani
criminosi, io credo che le due situazioni siano totalmente
separate. Dobbiamo con serenità non farci accecare dalla paura e
dal giusto sdegno che suscita in noi, evitando di rintracciare
legami che, al contrario, potrebbero innescare fenomeni di
ulteriore agitazione. Da una parte abbiamo il terrorismo di
matrice islamica che si riconduce a quelle cellule che purtroppo
abbiamo imparato a conoscere bene nella loro follia e nelle loro
mire. Dall'altra parte abbiamo la schiera numerosa di persone
che fuggono da violenza e negazione dei diritti umani. Mi auguro
che nessuno colleghi irresponsabilmente le due realtà per
ideologia", ribadisce mons. Suetta. "Mi pare invece che il
terrorismo islamico che sta insanguinando Nizza sia anche tra le
cause di questo grande esodo di migranti che noi accogliamo in
Italia e in Europa".
"Lo scopo di questi terroristi è gettare scompiglio e
disunire attraverso la paura e la violenza. Il terrorismo
islamico in nessun modo deve essere ricondotto a un fenomeno
religioso - sottolinea ancora il vescovo - anche se i terroristi
utilizzano l'etichetta della religione per perpetrare i loro
delitti. Noi cerchiamo di portare avanti il dialogo
interreligioso creando occasioni di preghiera, di riflessione,
di impegno comune e di servizio, affermando ogni volta che in
nessun modo la religione può coniugarsi con la guerra. Se la
religione è autentica è sempre foriera e promotrice di pace".
(ANSA).