Liguria

Spese pazze: funzionaria denuncia ricatto e inguaia Bruzzone

E' moglie pm, presidente del Consiglio regionale cercava aiuto

Redazione Ansa

 L'accusa è di aver ricattato una funzionaria della Regione, moglie di un magistrato della Procura di Genova affinché si impegnasse insieme al marito per limitare i danni dell'inchiesta sulle spese pazze al Consiglio regionale della Liguria intercedendo sui magistrati che la stanno conducendo. Tutto questo per garantirle la conferma nell'incarico di capo di gabinetto nell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Per questo il presidente del Consiglio regionale della Liguria, il leghista Francesco Bruzzone, ha ricevuto un avviso di garanzia per induzione alla concussione.
    Bruzzone si dice estraneo. "Sono dicerie, lo spiegherò al magistrato". Bruzzone sarà ascoltato lunedì pomeriggio. La funzionaria è stata capo di gabinetto dell'ufficio della presidenza del Consiglio regionale con Rosario Monteleone e Michele Boffa, esponenti di maggioranze di centrosinistra. Con l'arrivo in Regione del centrodestra è rimasta in carica fino al marzo scorso, poi quando il rinnovo pareva scontato, ciò non è accaduto. Per Bruzzone è "scelta organizzativa", per la Serini c'è il suo rifiuto di fare da mediatrice con gli ambienti giudiziari sul caso delle spese pazze in cui Bruzzone è stato rinviato a giudizio e rischia di essere sospeso dal ruolo in caso di condanna per effetto della legge Severino. Il presidente del Consiglio regionale avrebbe agito attraverso una segretaria, Anna cavallini, a sua volta indagata. L'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio Bruzzone riguarda le spese del gruppo leghista tra il 2010 e il 2012 quando, secondo l'accusa, i soldi destinati al funzionamento del gruppo sarebbe stati spesi per scopi personali. Le accuse sono peculato e falso. Con Bruzzone è a giudizio anche l'assessore regionale allo sviluppo economico Edoardo Rixi e l'ex consigliere regionale Maurizio Torterolo, anche loro della Lega.
   

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