Liguria

Suicida in cella il serial killer Bartolomeo Gagliano

Si è impiccato alle grate della finestra dell'infermeria

Redazione Ansa

Alla fine, ce l'ha fatta a scappare dal carcere Bartolomeo Gagliano, il serial killer che approfittava dei permessi premio per evadere e uccidere. Per fuggire dal carcere che l'opprimeva tanto Gagliano, 57 anni, si è impiccato oggi alle sbarre della finestra nell'infermeria del carcere di Sanremo dove era detenuto fin da quando, nel dicembre 2013, venne arrestato a Mentone dopo l'evasione dalla casa circondariale di Genova Marassi durante un permesso premio. A trovarlo impiccato con un lenzuolo oggi sono stati i poliziotti della penitenziaria che l'avevano portato in infermeria dopo che Gagliano si era autoinflitto profondi tagli su tutto il corpo. "C'era da aspettarselo - ha detto il nipote di Gagliano, Andrea -. Probabilmente stava male". Irrequieto, instabile dicono gli agenti della polizia penitenziaria, "una vita sempre al di sopra delle righe" ha detto il pm Alberto Landolfi che prima a Savona e poi a Genova ha seguito passo passo la vita criminale di Gagliano. Una vita criminale iniziata poco dopo il suo trasferimento da Enna, dove è nato nel 1958, in Liguria.

Nel 1981 il primo omicidio: a Savona massacrò a colpi di pietra una prostituta. Arrestato, venne ritenuto infermo di mente e condannato a 10 anni da scontare in un ospedale psichiatrico. Ma la detenzione non piaceva a Gagliano: durante le licenze premio, evase più volte e proprio durante quelle evasioni uccise un transessuale e un travestito e tentò di ammazzare una seconda prostituta. Anche in quel caso venne assolto per vizio totale di mente e trasferito in un ospedale psichiatrico giudiziario. Nel 2006 venne condannato per rapina, numerose aggressioni e detenzione di armi. Condannato, ne era stata disposta la reclusione nel carcere genovese di Marassi da dove è evaso nel dicembre 2013, ancora una volta durante un permesso premio nonostante di lì a pochi mesi avrebbe potuto essere scarcerato per fine pena. Un fatto che sembrò ai più incomprensibile e che scatenò molte polemiche, vista la propensione di Gagliano a utilizzare i 'permessi premio' per delinquere e tornare in carcere.

Un permesso che portò numerose critiche al direttore del carcere e al giudice del tribunale di sorveglianza. Ma in quell'occasione, però, Gagliano non uccise ma sequestrò sotto la minaccia di una pistola un panettiere al quale portò via la macchina che gli servì per fuggire oltre frontiera. Una latitanza che durò una manciata di ore: nella città oltrefrontiera, anche grazie alla collaborazione della Police nationale e della Gendarmerie, Gagliano è stato rintracciato e arrestato a Mentone, a pochi chilometri dal confine di Stato. Ricondotto a Genova è stato processato e condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione per evasione, sequestro di persona, rapina dell'auto aggravata dall'uso dell'arma e recluso nel carcere di Sanremo. Ma anche in questo caso la sua detenzione è durata poco. Gagliano ha scelto di evadere, e l'ha fatto una volta per tutte.

   

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