Lazio

Punti sosta e tutele, Roma aiuta i rider col caldo

Tavolo Campidoglio-sindacati-piattaforme, 'strade più sicure'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 LUG - Sono la categoria simbolo della fragilità del lavoro, e una di quelle che più di tante altre subiscono in prima persona gli effetti del cambiamento climatico: solleone record o bomba d'acqua, i rider sono sempre lì, in equilibrio sulle due ruote sulle strade delle metropoli.
    La città di Roma però, dove lavorano ben 6.000 ciclofattorini, ha un progetto - 'Sos Rider' - per dare loro sostegno: una rete di punti di ristoro nelle biblioteche pubbliche di tutta la città dove riposare, a seconda della stagione, al caldo o all'ombra. Punti sicuri e accoglienti dove bere, ricaricare lo smartphone e utilizzare i servizi igienici.
    In Campidoglio è stato istituito inoltre un tavolo permanente con i sindacati e le piattaforme di delivery che si è riunito la prima volta la scorsa settimana. L'obiettivo è giungere a un protocollo d'intesa che coinvolga tutti i soggetti coinvolti e indichi "azioni concrete da intraprendere", dai diritti, alla sicurezza stradale, al sostegno nelle fatiche del lavoro. Una delle azioni sarà attivare appunto la rete dei primi 16 punti di ristoro nelle biblioteche diffuse in tutta la città. In questo momento sono in corso i sopralluoghi tecnici che dovrebbero essere conclusi entro la fine del mese di luglio.
    'Sos Rider' nasce da una delibera approvata lo scorso 17 gennaio nata dopo un confronto con Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, prima firmataria la presidente della commissione Lavoro Erica Battaglia (Pd). L'idea del tavolo nasce invece a marzo scorso, quando i rider e i loro rappresentanti - anche sulla scia di alcuni tragici incidenti ai danni di loro colleghi sulle strade di Roma - si riunirono in piazza del Campidoglio chiedendo un luogo di confronto stabile con l'amministrazione comunale. L'assessora al Lavoro Claudia Pratelli in quella occasione accettò, disse allora, "convintamente", così come l'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè. (ANSA).
   

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